Parla il prefetto di Vibo a tre mesi dall’insediamento: «Mancavo da 10 anni, ho trovato un’aria nuova»
Anna Aurora Colosimo tira le somme di questo primo periodo e traccia le differenze con il passato: «Grandi passi in avanti grazie alle inchieste che hanno disarticolato la ‘ndrangheta. La battaglia non è ancora vinta, ma tra sindaci e cittadini c’è più fiducia»
di Enrico De Girolamo
Sono passati appena tre mesi da quando Anna Aurora Colosimo si è insediata alla guida della Prefettura di Vibo Valentia prendendo il posto di Paolo Giovanni Grieco, andato a Foggia. Tre mesi intensi durante i quali il nuovo prefetto ha preso contatto con il territorio e tutti gli attori istituzionali con cui la Prefettura normalmente interloquisce, a cominciare dalle Forze dell’ordine e dalla Procura. Un ritorno alle origini per Colosimo, che proprio a Vibo Valentia si è formata professionalmente, come raccontò all’indomani del suo insediamento.
Prefetto, come ha trovato la città e la provincia Vibonese?
«Nei primi giorni del mio incarico, a dicembre, non mi era sembrato che il territorio fosse cambiato molto rispetto a quello che avevo lasciato anni fa. Ma oggi, dopo tre mesi, un'analisi più approfondita mi ha restituito un'immagine molto migliorata del Vibonese».
Di chi è il merito?
«Innanzitutto delle inchieste portate avanti dall’autorità giudiziaria e dalle forze dell’ordine, che hanno condotto operazioni importanti con effetti veramente molto positivi. La criminalità organizzata è stata disarticolata da queste iniziative, da queste indagini di polizia giudiziaria che hanno portato benefici percepiti dalla comunità… sa cosa mi ha detto molti sindaci?».
Cosa?
«Hanno detto “prefetto, nel Vibonese si respira un’aria nuova”. L’oppressione della presenza criminale si è allentata e questo è un fatto molto importante, un grande passo in avanti. Ma nonostante i risultati positivi la criminalità organizzata non è stata certo spazzata via. Quindi non possiamo assolutamente dire che siamo usciti dal sistema ‘ndranghetistico che attanagliava il territorio. ‘Ndrangheta che in certi contesti si è fatta più sofisticata. E bisogna tenere gli occhi sempre aperti e vigili per continuare sulla strada di una completa affrancazione dalla mafia».
In che modo?
«Con un vero e proprio salto culturale. Ma i cittadini hanno bisogno di vedere dei risultati tangibili per poter riconquistare fiducia nelle potenzialità del territorio. E non parlo solo delle bellezze paesaggistiche, ma alludo soprattutto al tessuto imprenditoriale sano, che ha un ruolo chiave in questo processo».
Sin dall’inizio lei ha detto di credere fortemente nell’ascolto. In questo solco ha tenuto degli incontri con tutti i sindaci della provincia. Chi altro ha ascoltato in questi primi mesi?
«Tanta gente comune, tante persone, associazioni e chi è impegnato nel sociale. C’è grande fermento associazionistico nel Vibonese. Probabilmente non c'è ancora un contesto compiuto ma percepisco la voglia dei singoli cittadini di poter dare un contributo diretto. Ho colto questa lettura: la possibilità che anche a Vibo e in tutta la Calabria il riscatto sia possibile. Affrancarsi finalmente dalla criminalità, da situazioni che ovviamente fanno paura. A volte è solo soggiacenza, non volontà di aderire a dinamiche criminali».
Nel Vibonese le criticità sono tante e altrettanto deleterie per i cittadini. Basti pensare a cosa sta succedendo nel settore della sanità. In questi ultimi mesi hanno tenuto banco i disagi che i lavori allo Jazzolino potrebbero generare. Qual è la situazione dal suo osservatorio?
«Su queste problematiche la Prefettura non è chiamata a dare risposte dirette. È in corso un serrato dibattito politico da quale mi vorrei tener fuori. Penso che la questione vada affrontata soprattutto dal punto di vista tecnico. In ogni caso credo che non si possa rinunciare alla ristrutturazione e alla messa in sicurezza dell'ospedale Jazzolino. Dobbiamo lasciare lavorare i tecnici e chi ha la competenza per farlo. So che il presidente Occhiuto è molto attento sui temi della sanità e ha dimostrato di voler trovare le soluzioni giuste. Quindi vediamo a cosa porterà il confronto. Noi seguiremo tutto, perché ovviamente Vibo non può permettersi il lusso di perdere un finanziamento così importante».
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