Paura in Costa Smeralda per il figlio di Andrea Bocelli: sospetto botulino e corsa in ospedale
Ha accusato un forte malessere dopo un panino a Porto Cervo. Accertamenti in ospedale a Olbia, poi la rassicurazione: nessun legame con l’intossicazione che preoccupa la Calabria e l’Italia
Un improvviso malessere, il timore di un collegamento con l’allarme botulino che in questi giorni attraversa la Calabria e l’Italia e una corsa in ospedale che, per fortuna, si è conclusa bene. Amos Bocelli, primogenito trentenne di Andrea Bocelli, ha accusato dolori addominali e nausea dopo aver mangiato un panino in un chiosco di Porto Cervo, in Costa Smeralda, dove si trova in vacanza con la famiglia. Secondo quanto riportato da La Nuova Sardegna, i sintomi sono comparsi rapidamente, alimentando la paura di una possibile intossicazione alimentare.
Il sospetto era comprensibile: in Calabria e in Sardegna, negli ultimi giorni, si sono verificati casi gravi di botulismo, con tre decessi e decine di persone in ospedale. Per questo, nella tarda serata del 10 agosto, Amos è stato accompagnato dal padre all’ospedale Giovanni Paolo II di Olbia, dove è stato preso in carico dal personale del pronto soccorso.
Il tenore ha atteso in sala d’aspetto, parlando con i medici e con alcune persone presenti, in un clima di preoccupazione ma senza allarmismi. Dopo gli accertamenti, è arrivata la buona notizia: nessun segno di intossicazione da botulino e condizioni generali buone. Padre e figlio hanno lasciato la struttura sanitaria nella notte, rassicurati dai referti.
Intanto, sul fronte sanitario, le indagini sul focolaio proseguono. In Calabria, due persone sono morte e altre sei si trovano in rianimazione; tre sono ricoverate in pediatria e cinque nei reparti ordinari. Un ulteriore decesso è avvenuto in Sardegna. Nel registro degli indagati sono finiti cinque medici, sospettati di non aver diagnosticato tempestivamente l’intossicazione, insieme al commerciante ambulante che avrebbe venduto il cibo contaminato e ai responsabili delle aziende produttrici.
La Società italiana di igiene (SItI) ha diffuso un avviso ai consumatori, raccomandando di controllare sempre le conserve domestiche: la presenza di gas nel contenitore o la deformazione del tappo sono segnali d’allarme. In tali casi, avverte l’Istituto superiore di sanità, “non bisogna neanche assaggiare il prodotto e va eliminato subito, perché la tossina botulinica è potentissima e ne basta una quantità minima per causare gravi danni”. In Italia, i cibi domestici più a rischio sono olive nere in acqua, conserve di funghi sott’olio, cime di rapa, conserve di carne e pesce – in particolare tonno.
Ma che cos’è il botulismo? Si tratta di una grave intossicazione provocata dalle tossine prodotte dal batterio Clostridium botulinum. Queste neurotossine, tra i veleni più potenti al mondo, possono causare paralisi fino al blocco dei muscoli respiratori e, nei casi più gravi, la morte. Bastano meno di un milionesimo di grammo della tossina di tipo A per uccidere un adulto di 70 chili.
Il batterio prolifera in ambienti privi di ossigeno, come le conserve mal preparate. L’incubazione, in caso di botulismo alimentare, varia tra le 12 e le 36 ore, con sintomi quali mal di testa, secchezza delle fauci, paralisi dei muscoli oculari, difficoltà di deglutizione e raucedine. La forma da ferita, più rara, si manifesta dopo 4-14 giorni.
Non esiste un vaccino contro il botulismo. La prevenzione passa dal rispetto rigoroso delle norme di igiene nella preparazione degli alimenti, in particolare quelli conservati sott’olio o in salamoia, e dal consumo di prodotti sicuri. In caso di sospetto, il trattamento immediato con antitossina botulinica può essere determinante.
L’episodio che ha coinvolto Amos Bocelli si è risolto senza conseguenze, ma ha riportato i riflettori su una minaccia invisibile e insidiosa. In queste settimane, la prudenza a tavola – soprattutto per le conserve casalinghe – resta la migliore difesa.