Sezioni
Edizioni locali
13/08/2025 ore 06.15
Cronaca

Per Daffinà porte aperte nella sanità: così alla Regione risolveva i problemi dei suoi clienti

Le informative della Guardia di finanza mostrano un manager che si muove con disinvoltura tra pubblico e privato. Le conversazioni con il dg Calabrò riguardo al centro di emodialisi sono il cuore di un cortocircuito che è (anche) politico. L’annotazione dei militari: il suo fatturato da commercialista sarebbe aumentato dopo l’elezione di Occhiuto

di Pablo Petrasso

Sia per le aziende della sanità convenzionata che per Antonino Daffinà è questione di fatturato: ed è proprio sul fatturato che si concentrano, almeno in parte, i rilievi della Guardia di Finanza in una delle informative depositate nell’inchiesta della Procura di Catanzaro che ha gettato nel panico la Cittadella regionale.
Accanto alle verifiche c’è un’annotazione esplicita: sia il commercialista che la Administration & Consulting srl (che sarebbe controllata dal professionista) avrebbero visto crescere «esponenzialmente» il proprio fatturato a partire dalla fine del 2021, cioè da quando – è questa l’annotazione dei militari – Roberto Occhiuto è stato eletto presidente della Giunta regionale. È una delle tracce investigative seguite dagli investigatori proprio alla luce del rapporto tra il governatore e il sub commissario nazionale alla depurazione. Decine di intercettazioni – alcune delle quali nell’ufficio del presidente della giunta regionale – avrebbero mostrato che Daffinà è al centro di una rete rapporti: una sorta di collante tra alcune persone con ruoli istituzionali alla Regione e altre che gli si rivolgono da tutta la Calabria e soprattutto dal Vibonese. Si tratta di privati e imprenditori che gli avrebbero affidato questioni da risolvere grazie ai suoi rapporti alla Cittadella regionale.

Bufera alla Regione, per Posteraro spunta anche un (possibile) incarico nella struttura per la depurazione guidata da Daffinà

Tra pubblico e privato: il sistema Daffinà

Che Daffinà si muova a proprio agio tra gli uffici non c’è dubbio. I finanzieri appuntano che il manager sarebbe solito «interessarsi in favore di terzi che mirano a ottenere specifici provvedimenti pubblici, tra cui contrattualizzazioni o assunzioni». Una parte degli interessi si concentra sul settore sanitario. Ancora una volta gli approfondimenti seguono i flussi di denaro e sottolineano che «notevoli importi» sarebbero stati corrisposti al commercialista da Formedial Co srl e Romolo Hospital srl (non indagate): Daffinà – è sempre l’ipotesi investigativa tutta da dimostrare - «sembra essersi interessato per agevolarle nell’ottenimento di provvedimenti da parte commissario ad acta Occhiuto ovvero del dipartimento Tutela della salute della Regione Calabria». Viene menzionata anche la Tirrenia Hospital (non indagata), che avrebbe versato «ingenti somme di denaro» a La Fenice srl, altra società nell’orbita di Daffinà, nel 2023.

L’interesse per il centro di emodialisi

Dalle intercettazioni emerge l’interesse del sub commissario alla depurazione per la sanità. I finanzieri sottolineano la presunta intercessione per la Dialisi San Giorgio srl (non indagata), struttura riconducibile alla famiglia Gualtieri (i cui componenti non figurano tra glii indagati) che, nell’informativa, viene individuata come vicina a Forza Italia, cioè nella stessa area politica di Daffinà. Dai colloqui finiti agli atti, sembra emergere il ruolo di collante del commercialista tra il mondo della sanità convenzionata e le istituzioni. È Daffinà che, il 26 marzo scorso, spiega a un imprenditore di aver effettuato un «passaggio» per portare a termine la sua richiesta. Chi sia il terminale alla Cittadella di quell’interessamento resta, alla fine, indeterminato: i finanzieri inseriscono due volte la parola «verosimilmente» quando si tratta di individuarlo. Resta il presunto scopo del contatto, che sarebbe quello di fare un passo avanti verso l’accreditamento con il sistema sanitario regionale di un centro medico specializzato nell’emodialisi realizzato dalla famiglia Gualtieri. Un obiettivo che Daffinà considera più vicino dopo che una manager «aveva mutato il proprio atteggiamento».

Daffinà indagato per corruzione e turbativa d’asta: l’esponente vibonese di Fi finisce nell’inchiesta che sta scuotendo la Regione

La conversazione con il dg Calabrò

Nel carteggio virtuale via whatsapp, i militari della Guardia di finanza annotano le richieste del sub commissario alla depurazione agli imprenditori: una volta appreso del cambio di atteggiamento della dirigente, chiede di avere tutta la documentazione per condividerla con «qualcuno all’interno della Regione». E di nuovo appare la parola «verosimilmente» quando si tratta di capire chi sia. Daffinà, da commercialista degli imprenditori della sanità, “entrerebbe” direttamente alla Regione per seguire l’evoluzione delle pratiche sollecitate. Daffinà – da inquilino della Cittadella senza ruoli ufficiali alle Regione – discute della questione direttamente con il direttore generale del dipartimento Tutela della Salute Tommaso Calabrò che fa un po’ di conti sui posti di dialisi da lasciare nel Decreto del commissario ad acta. Parlano due inquilini dello stesso palazzo: seduti uno accanto all’altro ci sono il manager che guida la sanità calabrese e quello che veglia sulla depurazione. Il punto è che il secondo, da commercialista, cura gli affari della clinica privata di cui si discute. È il cuore di un cortocircuito che, a prescindere dalle questioni giudiziarie, è amministrativo. E anche politico, visti i rapporti di Daffinà con Occhiuto.