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26/11/2025 ore 17.43
Cronaca

Cellulari in carcere per gestire le attività mafiose, perquisizioni in tutta Italia. Nel mirino le cosche calabresi

Controlli anche nel penitenziario di Rossano. Tra gli indagati persone ritenute legate ai clan Morabito di Africo, Grande Aracri di Cutro, Molè di Gioia Tauro, Gallico Frisina di Palmi

di Redazione Cronaca

Dall'alba di oggi, il Centro Operativo Dia di Genova, con l'ausilio dei reparti di Polizia Penitenziaria e degli Uffici e Comandi territoriali della Polizia di Stato e dei Carabinieri, su ordine della locale Direzione Distrettuale Antimafia e Antiterrorismo, sta eseguendo perquisizioni nei penitenziari di Chiavari e La Spezia, oltre che fuori Liguria - Fossano (Cn), Ivrea (To), Alessandria, Cuneo, Tolmezzo (Ud), Parma, San Gimignano (Si), Lanciano (Ch), Rossano (Cs) e Santa Maria Capua Vetere (Ce) - nei confronti di 12 detenuti.

Sono complessivamente 31 gli indagati, a vario titolo, sottoposti ad indagini per aver indebitamente procurato apparecchi telefonici o altri dispositivi idonei ad effettuare comunicazioni o comunque averne consentito l'uso in carcere per i detenuti, che li hanno poi utilizzati, anche al fine di agevolare le attività delle associazioni mafiose.

L'operazione, denominata "Smartphone” ha permesso, attraverso attività di intercettazione telefonica, telematica ed analisi dei tabulati telefonici, di monitorare il traffico e l'utilizzo di oltre 150 cellulari e 115 schede sim da parte di detenuti per reati di mafia, ristretti nelle sezioni di Alta Sicurezza del carcere di Genova Marassi, al fine mantenere saldi ed attuali collegamenti con mafiosi liberi o ristretti in altri penitenziari, così da far pervenire le “ambasciate”, agevolando pertanto l'attività delle cosche di 'ndrangheta.

I cellulari, alcuni di piccolissime dimensioni, muniti di schede sim attivate presso negozi compiacenti di telefonia, del centro storico di Genova, intestate a inesistenti o ignari cittadini stranieri, venivano introdotti attraverso pacchi spediti o consegnati in occasione delle visite dei familiari in carcere, anch'essi indagati, e fatti poi circolare tra i detenuti. Durante l'indagine sono stati sequestrati numerosi apparati telefonici il cui traffico telefonico e telematico analizzato ha permesso di rafforzare il descritto quadro indiziario.

Tra i detenuti perquisiti oggi c'è anche Ottavio Spada, 36 anni, legato al clan Spada di Ostia (Roma). L'uomo era stato arrestato nel 2018 per una inchiesta della Dda di Roma che aveva smantellato l'organizzazione. Secondo gli investigatori, avrebbe usato i microcellulari per comunicare con i parenti.

L'inchiesta è partita nel 2021, dopo che gli inquirenti si sono accorti che una persona su cui stavano indagando stava parlando con un detenuto. Tra gli indagati ci sono soggetti ritenuti legati alla cosca Morabito di Africo (Reggio Calabria), Grande Aracri di Cutro (Crotone), Molè di Gioia Tauro (Reggio Calabria), Gallico Frisina di Palmi (Reggio Calabria). 

Gli inquirenti hanno trovato telefonini solo a 2 detenuti dei 12 perquisiti.