Sezioni
Edizioni locali
01/04/2015 ore 16.17
Cronaca

Plinius, due riduzioni di pena e sei condanne confermate

Due condanne rideterminate e sei confermate per gli otto imputati con cui la Dda di Catanzaro ha delineato stretti legami fra la criminalità dell'alto Tirreno cosentino, la cosca Valente-Stummo, ritenuta legata al clan Muto e la gestione politica del Comune di Scalea.

di Gabriella Passariello

La Corte di assise di appello di Catanzaro ha ridotto da 7 anni e otto mesi a sei anni e dieci mesi di reclusione la pena per l'ex assessore al Commercio Franco Galiano e per Pietro Valente da dodici anni e otto mesi a dieci anni di reclusione. Confermata la sentenza di primo grado per l' ex componente della Giunta, Antonio Stummo, 4 anni e 8 mesi; Francesco Saverio La Greca, di Santa Domenica Talao, a 4 anni e 8 mesi; e per Roberto Cesareo, Andrea Esposito, Antonio Pignataro, tutti e tre di Cetraro e Franco Valente , di Scalea, 3 anni e 4 mesi ciascuno. Mentre il pg Salvatore Curcio aveva invocato per tutti la conferma della sentenza emessa in primo grado dal giudice distrettuale per le udienze preliminari Assunta Maiore.  Un'inchiesta nome in codice "Plinius" che venne condotta dall'Arma dei carabinieri e sfociata, all'alba del 12 luglio del 2013, in un blitz per l'esecuzione di un'ordinanza cautelare a carico di 38 persone fra cui l'allora sindaco di Scalea, Pasquale Basile, eletto a capo di una lista civica, e 5 assessori della sua giunta. Non a caso, proprio quello stesso giorno, il Comune venne commissariato e successivamente, con decreto del 25 febbraio 2014, ne fu disposto lo scioglimento per infiltrazione mafiosa con affidamento della gestione a una commissione speciale. Dopo la chiusura delle indagini e la richiesta di rinvio a giudizio alcuni imputati chiesero il rito abbreviato, che si concluse il primo aprile del 2014, con la sentenza del giudice distrettuale dell'udienza preliminare di Catanzaro, Assunta Maiore, che emise otto condanne, un po' più basse di quelle richieste dal pubblico ministero, Vincenzo Luberto, mentre altri imputati furono citati a giudizio immediato davanti al tribunale collegiale.


Gabriella Passariello