Ponte sullo Stretto, i fari di 5 Procure antimafia puntati sulle possibili infiltrazioni di ’Ndrangheta e Cosa nostra
I retroscena dell’inchiesta di Caltanissetta su Prestipino rimandano agli accertamenti delle Dda di mezza Italia sulla mega opera: nel mirino terreni e società per sub appalti. A Roma il pranzo con i due ex superpoliziotti De Gennaro e Francesco Gratteri in cui si sarebbe consumata la rivelazione di notizie coperte dal segreto
Alla base dell’inchiesta di Caltanissetta (ma gli atti saranno presto trasferiti alla Procura di Roma) che vede indagato il procuratore aggiunto della Dna Michele Prestipino c’è un’intercettazione fatta dai carabinieri del Ros durante un pranzo avvenuto il primo aprile. La location è il ristorante Vinando, a Roma, in piazza Margana: attorno al tavolo ci sono, oltre al magistrato, due ex super poliziotti: Gianni De Gennaro, presidente di Eurolink (consorzio chiamato a realizzare il Ponte sullo Stretto), e Francesco Gratteri, che oggi fa il consulente della società Webuild socio forte di Eurolink. Intercettazione recentissima, captata durante l’indagine della Procura di Caltanissetta sulle stragi di mafia del 1992.
Fuga di notizie sulle inchieste contro la ’ndrangheta, Prestipino indagato. Melillo: «Le indagini sul Ponte non si fermano»A fine marzo, mentre a Roma si prepara quel pranzo riservato, negli uffici giudiziari siciliani i pm si chiedono perché il procuratore aggiunto della Direzione nazionale antimafia vuole incontrare due figure oggi coinvolte nella realizzazione del Ponte sullo Stretto. Francesco Gratteri, in particolare, è responsabile della sicurezza per Webuild, l’azienda che guiderà il cantiere tra Calabria e Sicilia. Il suo compito è evitare che le cosche mettano le mani sulla grande opera. Il compito di Prestipino è, invece, quello di coordinare le indagini delle Dda sulle possibili infiltrazioni mafiose nei cantieri del Ponte.
L’aggiunto della Dna è il vice del procuratore Giovanni Melillo: gestisce i dossier più delicati eppure non sa nulla di quell’incontro. Secondo quanto riportato oggi da Repubblica, Francesco Gratteri avrebbe provato a contattare più volte Melillo che, però, non ha mai risposto.
Le notizie che filtrano sulla stampa nazionale riferiscono che la Dna starebbe coordinando cinque procure – Catanzaro, Catania, Messina, Reggio Calabria e Milano – impegnate su fronti sensibili: indagini su terreni acquistati da boss, società create per intercettare subappalti, segnali di un interesse mafioso crescente attorno al Ponte.
A quel punto, i magistrati di Caltanissetta decidono di non aspettare. I carabinieri del Ros, che già intercettano De Gennaro nell’ambito dell’inchiesta sul depistaggio della strage Borsellino, vengono incaricati di monitorare anche l’incontro del primo aprile. In quel momento non ci sono reati ipotizzati, solo la necessità di capire.
Il Ros intercetta il pranzo. Si parla delle infiltrazioni mafiose attorno al Ponte, ma anche – e questo fa scattare l’allarme – di dettagli riservati su indagini in corso in alcune procure antimafia. Il dettaglio emerge nella nota del procuratore De Luca. Melillo, invece, nella comunicazione con la quale annuncia la revoca delle deleghe a Prestipino, collega direttamente quanto accaduto alle indagini delle Dda sul Ponte: spiega che gli accertamenti in corso proseguiranno: «L’ufficio che dirigo e le procure che conducono le indagini relative a ogni tentativo di condizionamento mafioso delle attività d’impresa collegate alla realizzazione del ponte sullo Stretto continueranno ad assicurare il loro comune impegno».