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23/05/2025 ore 15.59
Cronaca

Reggio Calabria ricorda la strage di Capaci con la consegna di cinque beni confiscati. Falcomatà: «Segnale di rinascita della città»

Il sindaco alla cerimonia: «Il racconto della nostra terra passa anche dal ripristino della legalità, dal recupero del patrimonio di immobili sequestrati alla criminalità organizzata e la loro restituzione alle asspociazioni»

di Redazione Cronaca

Reggio Calabria ha celebrato l'anniversario della Strage di Capaci consegnando cinque immobili confiscati alla 'ndrangheta ad altrettante realtà associative del territorio. La consegna è avvenuta stamani a Palazzo San Giorgio.
Il sindaco Giuseppe Falcomatà ha dato le chiavi degli immobili e le targhe da apporre agli ingressi – che portano il simbolo di "Reggio cuore del Mediterraneo" – ai rappresentanti dell'associazione dilettantistica tennis tavolo Casper; associazione di promozione sociale Espero; cooperativa sociale Res Omnia 96; associazione sportiva dil. Act Reggio 2004 e Gea Gruppo escursionisti d'Aspromonte Aps.

La giornata in cui l'Italia ricorda il giudice Giovanni Falcone, assassinato nel 1992 insieme alla moglie, la magistrata Francesca Morvillo, e agli agenti della scorta, richiama ogni anno l'attenzione del Paese sulla lotta alla mafia e sul valore imprescindibile della legalità.
In tale contesto, è scritto in una nota, «la scelta dell'Amministrazione comunale di effettuare la consegna proprio in questa giornata assume un significato profondo: restituire alla collettività ciò che era stato sottratto, trasformando i luoghi del malaffare in spazi di aggregazione, crescita sociale, sportiva e culturale».

«Un momento significativo per la città – ha dichiarato Falcomatà – che rappresenta un ulteriore passo nel percorso avviato sin dall'inizio del nostro mandato: il recupero del patrimonio dei beni sequestrati alla criminalità organizzata e la loro restituzione alla città e alle associazioni, affinché siano utilizzati per fini sociali e condivisi. Siamo felici di questo nuovo traguardo, nella piena consapevolezza che il racconto della nostra terra, che stiamo cercando di costruire attraverso azioni materiali e immateriali, passa anche dal ripristino della legalità. Vogliamo ricostruire il senso di appartenenza e l'orgoglio dei cittadini, mostrando al mondo un volto diverso del nostro territorio».

«Accanto all'azione repressiva, portata avanti da tempo dalla squadra dello Stato, dalla Prefettura, in sinergia con la magistratura e le forze dell'ordine –ha aggiunto il sindaco che ha ricordato che complessivamente sono 382 i beni confiscati acquisiti in questi anni, per attività istituzionali, scopi abitativi, commerciali e sociali – esiste una dimensione culturale ed educativa altrettanto fondamentale. Siamo fermamente convinti che una città possa rinascere anche riappropriandosi di spazi che le erano stati indebitamente sottratti. Luoghi un tempo simbolo del malaffare che oggi tornano a nuova vita. La consegna di un bene confiscato a un'associazione rappresenta, quindi, un ulteriore momento di rinascita per tutta la comunità».