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05/06/2025 ore 12.52
Cronaca

Reset, pesanti richieste di condanna della Dda di Catanzaro: 30 anni per Massimo D'Ambrosio, 10 per Marcello Manna

Terminata la requisitoria dei pubblici ministeri Corrado Cubellotti e Vito Valerio. Invocata la penale responsabilità per la maggior parte degli imputati che hanno scelto il rito ordinario

di Antonio Alizzi

Dopo sei udienze si è conclusa la requisitoria della Dda di Catanzaro. I pubblici ministeri Vito Valerio e Corrado Cubellotti hanno rappresentato l'accusa nel processo Reset. Un procedimento penale che ha visto coinvolti tanti imputati accusati a vario titolo di far parte di una confederazione composta dal clan degli italiani e da quello degli "zingari", usura, estorsioni e altri reati aggravati dal metodo e dall'agevolazione mafiosa.

Nel corso degli interventi, la Dda di Catanzaro ha evidenziato un clima di assoggettamento e omertà. Testimoni "falsi", intercettazioni trascritte dai periti in modo non conforme a quelle riportate dalla polizia giudiziaria e tanto altro. Dai ruoli assunti durante le indagini da Francesco Patitucci, Roberto Porcaro, Mario "Renato" Piromallo, Adolfo D'Ambrosio e Michele Di Puppo, Luigi e Marco Abbruzzese, ma non solo.

La Dda di Catanzaro ha usato il pugno duro con la gran parte degli imputati, sebbene i pubblici ministeri nel richiedere una condanna ha anche invocato una sentenza assolutoria per alcuni reati fine.

Nell'ultimo segmento di requisitoria, il pm Cubellotti ha trattato il capitolo del "Gaming" e quello del cosiddetto gruppo Presta, ritenuto intraneo alla confederazione mafiosa cosentina. I Presta, secondo quanto ricostruito dalle indagini, opererebbero nel territorio di Roggiano Gravina.

A seguire, inizieranno le discussioni delle difese mentre la sentenza di primo grado verrà emessa probabilmente il 15 luglio 2025. Di seguito le richieste che verranno formulate dalla pubblica accusa.

Processo Reset, le richieste di condanna