Rinascita Scott dopo la sentenza d’appello, Falvo: «Oggi c’è un’altra Vibo». Borrello: «La strada è la denuncia»
La preoccupazione per le scarcerazioni. Il procuratore: «Misure in atto perché nessuno rialzi la testa». Il coordinatore regionale di Libera: «Gli spazi liberati non sono stati occupati totalmente ma gli imprenditori hanno una nuova consapevolezza»
All’indomani della sentenza d’appello del maxi processo Rinascita Scott, la comunità vibonese è chiamata a superare la prova del tempo. È una parentesi tra l’oggi, rappresentato da una sentenza di secondo grado, e la sentenza di Cassazione che metterà un sigillo definitivo a un’indagine che ha toccato le famiglie di ‘ndrangheta di tutta la provincia di Vibo Valentia.
Rinascita Scott, 14 secoli di carcere per la ’ndrangheta del Vibonese: l’inchiesta regge, condanne più lievi per un commaLe «chiacchiere da bar», ci racconta Giuseppe Borrello, referente regionale di Libera e vibonese doc, esprimono, da un lato, una certa preoccupazione per le scarcerazioni previste dalla Corte d’Appello e dovute alla scadenza dei termini di custodia cautelare. Dall’altro lato c’è una narrazione che, al netto della conferma dell’impianto accusatorio, tenta di «denigrare» la sentenza.
«Adesso – ci dice Borrello – è importante non abbassare la guardia e capire che la strada è quella della denuncia, un gesto che non è solo importante per chi lo fa ma per l’intera comunità».
L’insediamento di Falvo e l’operazione Rinascita
Nel frattempo è necessario un piccolo ritorno indietro, un aiuto alla memoria sui momenti precedenti all’operazione.
Il 18 dicembre 2019 si insedia il nuovo procuratore di Vibo Valentia, Camillo Falvo. Falvo proviene dalla Dda e, fino al momento del suo insediamento, è stato applicato come pm proprio sulla provincia di Vibo e dal 2014 lavora all’inchiesta Rinascita, condivisa poi con i sostituti Antonio De Bernardo, Annamaria Frustaci e Andrea Mancuso.
Il 18 dicembre 2019 fa un discorso ricco di significato. Dice che se anche avesse potuto aspirare a ricoprire ruoli più prestigiosi in un ufficio magari più comodo «questo non è il momento di lasciare la Calabria». E aggiunge che sono tempi importanti, di grande cambiamento «e un giorno, potremo dire: noi c’eravamo».
I numeri di Rinascita
Il giorno dopo scatta l’operazione Rinascita, con 24 ore d’anticipo rispetto a quanto previsto visto l’allarme creato dalle fughe di notizie. Sono 334 gli arresti. Il maxi processo, con rito ordinario, vede 338 imputati – accusati, a vario titolo, di oltre 400 capi di imputazione – e si conclude, dopo due anni e 10 mesi di udienze, il 20 novembre 2023, con 207 condanne con pene dai 30 anni ai 10 mesi di reclusione, per oltre 2.120 anni di carcere comminati dal Tribunale di Vibo Valentia dopo 36 giorni di camera di consiglio.
In appello, al netto di concordati e rinunce all’appello da parte dell’accusa, sono stati comminati 14 secoli di carcere: 154 condanne per 215 imputati, 50 assoluzioni e 11 prescrizioni.
Falvo: «Rinascita è stata un punto di non ritorno»
Falvo, dunque, si insedia a Vibo proprio con Rinascita Scott. Oggi, raggiunto da LaC News24, dice: «Rinascita è stata un punto di non ritorno», un’attività che «ha determinato la normalizzazione su una provincia col più alto tasso di criminalità organizzata».
Tra il 2018 e il 2019 a Vibo si sono registrati 18 casi tra omicidi e tentati omicidi. Un anno dopo il numero è crollato a due casi e «sono 3/4 anni – dice Falvo – che non si registrano omicidi».
Quella che si manifesta, lo dice anche il procuratore, è «un po’ di preoccupazione per le scarcerazioni». Ma, rassicura il magistrato, si stanno mettendo in moto tutte le misure necessarie per contenere effetti collaterali affinché «nessuno rialzi più la testa».
«Acquisire consapevolezza e creare anticorpi»
«L’importante è che la gente acquisti consapevolezza», dice il procuratore di Vibo. Una consapevolezza che si manifesta nel denunciare le estorsioni ma anche nel farsi testimoni quando si assiste «a fatti spiacevoli». Solo così si capirà «se siamo riusciti a installare gli anticorpi» per contrastare l’egemonia mafiosa.
«Oggi penso sia un’altra Vibo – dice Falvo –. Io sono fiducioso. Sono stati anni in cui si è fatto molto su Vibo e spero che i frutti siano duraturi».
Borrello: «Vibo alla prova del tempo»
Secondo Giuseppe Borrello il rischio è che la classe politica allenti l’attenzione manifestata subito dopo l’operazione. «Per questo motivo l’attenzione deve essere massima», per evitare candidature sospette e ritorni in pompa magna di vecchie glorie.
Gli spazi liberati con Rinascita, ci dice Borrello, «non sono stati occupati totalmente» ma oggi c’è «una classe imprenditoriale che ha una nuova consapevolezza. Adesso c’è la prova del tempo».