«Sapevamo dei furbetti del badge»: le ammissioni di due funzionari sull’assenteismo all’Arsac di Crotone
Nei confronti dei dipendenti erano stati fatti richiami orali e scritti e segnalazioni alla sede centrale. Emanati, tra il 2019 e il 2025, ordini di servizio che invitavano a rispettare le regole. Ma per fermare il sistema è dovuta intervenire l’autorità giudiziaria
Un ente regionale all’interno del quale 20 dipendenti, su 23 totali, si sarebbero macchiati di gravi atti di assenteismo. L’ente in questione è l’Arsac (Azienda regionale per lo Sviluppo agricolo della Calabria) di Crotone ed è qui che la Procura guidata da Domenico Guarascio ha rilevato un «dilagante fenomeno di assenteismo» iscrivendo 20 persone, dai funzionari fino ai vigilanti dell’ente, nel registro degli indagati con l’accusa di truffa aggravata continuata e di falsa attestazione in servizio. La Guardia di finanza di Crotone, inoltre, lo scorso 19 giugno ha eseguito sequestro preventivo d’urgenza delle somme indebitamente percepite dai dipendenti che si assentavano dal lavoro.
Le indagini hanno riguardato un arco temporale di 54 giorni nel corso dei quali sarebbero emersi ben 43 giorni di assenze ingiustificate. Le indagini delle Fiamme gialle si sono avvalse di servizi di osservazione controllo e pedinamento, di telecamere che hanno ripreso le timbrature multiple da parte di un unico dipendente, di sistemi di monitoraggio gps sulle vetture degli addetti alla vigilanza e sicurezza.
Assenteismo all’Arsac, come funziona la piattaforma
Non solo. La finanza ha anche ascoltato due funzionari dell’Arsac di Crotone – uno dei quali risulta indagato per truffa e falsa attestazione in servizio – i quali hanno ammesso di aver riscontrato l’assenza frequente di personale che doveva essere teoricamente in servizio ma che era in realtà assente senza nessun giustificato motivo.
Il funzionario che oggi si trova indagato ha spiegato come funziona la piattaforma Time Relax la quale registra gli orari di timbratura, in entrata e in uscita, di ogni dipendente. Se per esigenze di carattere personale o lavorativo l’orario di entrata e uscita variava, questa variazione poteva essere giustificata attraverso l’inserimento di codici appositi da digitare sul tastierino posto sull’orologio marcatempo. E tutto viene registrato dalla piattaforma Time Relax. Solo le “missioni giornaliere” dei dipendenti dell’Arsac non necessitano di vidimazione del badge perché riguarda per l’intero arco temporale del turno.
Le ammissioni dei funzionari: lo sapevamo
Nonostante le procedure previste, il funzionario ammette le assenze ingiustificate. Anzi, aggiunge che davanti al comportamento dilagante e abituale, aveva dapprima provveduto con richiami orali a riprendere i dipendenti e poi con richiami scritti, informando anche la sede centrale di quanto stava avvenendo. Sono stati emanati, in effetti, tra il 2019 e il 2025, ordini di servizio dei quali la Finanza prende atto e che riguardavano, tra l’altro, il rispetto degli orari, entrate e uscite anticipate e uscite senza timbratura, l’invito a usare la piattaforma per la richiesta di permessi.
Eppure questo stesso funzionario si trova oggi a dover rispondere di oltre 10 ore di assenze ingiustificate in un mese e di aver fatto timbrare il proprio cartellino, in sei diversi giorni, a due colleghi (tra i quali un addetto alla vigilanza).
Guardiole sguarnite: il focus sul servizio di vigilanza
Le dichiarazioni dei due funzionari (uno indagato e l’altro no) sono pressoché speculari e pongono l’accento entrambe, in particolare, sul servizio di vigilanza che avrebbe dovuto coprire le 24 ore, diviso in tre turni giornalieri, sette giorni su sette, ma che spesso faceva registrare le guardiole completamente sguarnite. I vigilanti in questione sono sei e la Procura di Crotone annota come su 22 turni monitorati, 13 risultassero irregolari, con allontanamenti anomali. La Procura di Crotone, in questa vicenda, punta l’attenzione sul danno erariale, sullo sperpero di denaro pubblico speso per un lavoro non svolto che doveva servire la collettività favorendo – è questa la missione dell’Arsac – l’ammodernamento e lo sviluppo dell’agricoltura. Oggi l’ente regionale si chiara parte lesa e annuncia che si costituirà parte civile in un eventuale processo. Il danno all’immagine creato dagli uffici crotonesi è ingente. Anche se mai quanto quello economico.