Soci in una clinica e consulenti della Regione, i due anestesisti del Mater Domini nell’inchiesta sulla sanità “privatizzata”
Andrea Bruni, consulente di Occhiuto a titolo gratuito e neo primario a Cosenza, ed Eugenio Garofalo sono finiti nelle maglie dell’indagine che ha travolto il reparto dell’azienda Dulbecco di Catanzaro. Sono accusati di truffa per aver svolto attività extra moenia non autorizzate
Anche due noti e qualificati anestesisti calabresi sono finiti nelle maglie dell’inchiesta che ha travolto il reparto di Oculistica del presidio universitario Mater Domini di Catanzaro. Si tratta Andrea Bruni ed Eugenio Garofalo.
Giovane, 38 anni, a maggio 2024 Occhiuto ha rinnovato a Bruni l’incarico di consulente, assegnato nel 2023, per quanto riguarda i temi dell’azione di raccordo politico istituzionale con il sistema delle Conferenze Stato-Regioni, con particolare riferimento all’ambito socio assistenziale sanitario. Un incarico rinnovabile per il quale è previsto solo il rimborso delle spese di missione.
Di recente Bruni era stato nominato primario del reparto Anestesia dell’ospedale Annunziata di Cosenza.
Anche Garofalo ha 38 anni e ricopre l’incarico di presidente componente del Comitato Etico Centrale della regione Calabria.
Sanità “privatizzata”, i sequestri decisi dal gip
Entrambi sono accusati di truffa per aver svolto attività extra moenia non autorizzate, in violazione del contratto con l’ospedale Mater Domini e con l’università Magna Graecia, con i quali avrebbero dovuto avere un rapporto di esclusività. Entrambi avrebbero, invece, lavorato anche in strutture private, omettendo di comunicare lo svolgimento di attività incompatibili con il proprio regime contrattuale.
Per questa ragione il gip ha disposto per Andrea Bruni il sequestro della somma di 62.357,05 euro e per Eugenio Garofalo il sequestro di 75.765,53 euro, somme corrispondenti alle indennità collegate al regime di lavoro a tempo esclusivo che avrebbero dovuto avere con l’azienda ospedaliera Mater Domini e con l’Università degli Studi Magna Graecia.
Bruni e Garofalo soci in due società: le accuse della Procura
Non solo. Oltre a effettuare attività da liberi professionisti in diverse cliniche private, Bruni e Garofalo, risulta dalle indagini, erano soci in affari ricoprendo Bruni, risulta dalla documentazione fiscale di una società, la carica di amministratore unico. Mentre in un’altra società, avente ad oggetto esclusivo l'esercizio dell'attività professionale di medico specialista in anestesia, risultavano soci con partecipazioni di controllo.
Secondo il gip i due indagati erano consapevoli che le attività svolte fuori dal circuito ospedaliero e universitario fossero illecite. Un esempio riguarda in particolare Bruni che in alcuni casi ha inviato ai vertici del policlinico richieste di autorizzazione per svolgere incarichi extraistituzionali ma gratuite. Un comportamento che denoterebbe la conoscenza delle norme e dei vincoli contrattuali. Ipotesi di reato da passare al vaglio di un contraddittorio.