Sparatoria a Rossano, fermati in Sicilia i tre presunti responsabili: sono accusati di tentato omicidio
Dopo 24 ore di indagini serrate e condotte in sinergia da carabinieri e polizia, sono state individuate le persone che ieri avrebbero sparato sul lungomare
Tentato omicidio, lesioni gravi e porto abusivo di arma: sono queste le ipotesi di reato contestate dalla Procura della Repubblica di Castrovillari nei confronti di tre uomini, ritenuti responsabili della sparatoria avvenuta ieri a Rossano. Si tratta di Giovanni De Luca , Gianluca Pacenza e Giuseppe Pacenza, tutt’e tre rossanesi, incensurati. I tre sono stati fermati oggi in Sicilia, al termine di una intensa attività investigativa condotta in sinergia tra Polizia di Stato e Carabinieri del Comando provinciale di Cosenza.
Sparatoria sul lungomare di Rossano, giovane ferito trasportato in ospedale: indagini in corso -VideoI fermati sono ritenuti gravemente indiziati per il grave fatto avvenuto nel centro urbano rossanese, che ha destato forte allarme tra i residenti. Secondo quanto trapelato, i tre si sarebbero resi protagonisti dell’agguato in pieno giorno, che ha causato ferite serie a uno degli obiettivi, trasportato in ospedale in condizioni critiche.
Le indagini sono partite immediatamente dopo i colpi esplosi e si sono concentrate su più fronti. Un ruolo chiave è stato svolto dalle intercettazioni telefoniche, che hanno permesso agli inquirenti di ricostruire spostamenti, contatti e intenzioni. Gli investigatori hanno agito in tempi strettissimi, stringendo il cerchio attorno ai tre sospetti fino a localizzarli in Sicilia, dove probabilmente avevano trovato un appoggio per fuggire e sottrarsi alle conseguenze legali.
Gli elementi raccolti, seppur mantenuti in riserbo dagli investigatori, sono stati considerati sufficienti dalla Procura per disporre i provvedimenti di fermo. Le accuse sono pesanti: tentato omicidio per l’esplosione dei colpi d’arma da fuoco, lesioni personali aggravate per le conseguenze riportate dalla vittima, e porto illegale di arma da fuoco, che non è stata ancora ritrovata.
L’operazione è stata definita “tempestiva ed efficace”, segno di un apparato investigativo reattivo, capace di agire con prontezza in contesti ad alta tensione. Il comunicato delle forze dell’ordine, diffuso nel pomeriggio, si chiude ricordando il principio di presunzione di innocenza, evidenziando che i tre indagati restano tali fino ad eventuale condanna definitiva. La Procura continua comunque a raccogliere elementi, con l’obiettivo di definire chiaramente ruoli, dinamiche e movente.
L’episodio ha riacceso il dibattito sulla sicurezza in città, soprattutto in una fase estiva in cui la presenza turistica cresce e i rischi connessi alla criminalità diventano più evidenti. Le autorità rassicurano: si è trattato di un fatto ben circoscritto e riconducibile a dinamiche già sotto osservazione.