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12/07/2025 ore 13.28
Cronaca

Spunta la ’ndrangheta nel caso Taylor Mega: «Minacce per non restituire gli orecchini Bulgari da 53mila euro»

La Procura di Milano indaga la modella per estorsione aggravata e diffamazione: avrebbe incaricato un uomo di intimidire l’ex compagno con riferimenti mafiosi.

di Luca Arnaù

Un paio di orecchini di Bulgari, una relazione finita male e un’accusa gravissima che porta dritto nel cuore della giustizia penale italiana. Taylor Mega, al secolo Elisia Todesco, influencer friulana da milioni di follower, è ufficialmente indagata dalla Procura di Milano per estorsione aggravata e diffamazione. Ma non è tutto. Nella vicenda entra in scena anche un nome che fa tremare i polsi: la ’ndrangheta.

Secondo quanto si legge nell’avviso di conclusione delle indagini preliminari, firmato dal pubblico ministero Maurizio Ascione, Mega avrebbe incaricato un uomo – Francesco D’Urzo, anche lui iscritto nel registro degli indagati – di “recapitare” un messaggio ben poco amichevole al suo ex compagno. L’obiettivo? Impedirgli di tornare a reclamare un paio di orecchini da 53mila euro che aveva donato all’influencer durante la loro relazione.

Ma non si sarebbe trattato solo di una visita di cortesia. L’uomo incaricato da Mega, sostiene la Procura, avrebbe fatto esplicito riferimento a una sua presunta appartenenza a una famiglia mafiosa calabrese, in particolare alla ’ndrangheta, lasciando intendere che insistere nel chiedere la restituzione dei preziosi avrebbe potuto portare “spiacevoli conseguenze”.

Una strategia che, se confermata, trasformerebbe il caso da lite sentimentale a tentativo di estorsione aggravata con metodo mafioso. Il pm ipotizza che la minaccia, seppure indiretta, sia stata sufficiente a costringere la vittima a lasciar perdere. E non è finita qui. Mega è accusata anche di diffamazione: nelle sue Instagram stories, visibili da oltre 2,8 milioni di follower, avrebbe definito l’ex compagno “ladro, pazzo e stalker della sorella”. Parole pesanti, rilanciate da un altro influencer, Alessandro Rosica, detto “l’investigatore social dei vip”, anche lui finito sotto inchiesta per aver sostenuto pubblicamente una versione denigratoria dell’uomo, definendolo “bugiardo e pauroso”.

La difesa della Todesco, rappresentata dall’avvocato Maurizio Miculan, respinge tutte le accuse. L’uomo incaricato da Taylor, secondo la versione fornita alla Procura, si sarebbe recato dall’ex soltanto per riconsegnare una carta di credito e un paio di occhiali. Un gesto pacifico, secondo la ricostruzione difensiva, per chiudere ogni legame con una persona che la modella definisce apertamente “persecutoria”.

E proprio Mega, a modo suo, ha commentato l’indagine con un lungo sfogo sui social: «Dopo aver tentato di manipolare mia sorella, chiede indietro un regalo che mi aveva fatto, e siccome non lo restituisco mi denuncia per estorsione. Classica storia di uomo che non accetta di essere lasciato e prova in tutti i modi a rovinarti la vita. Per fortuna è mia abitudine conservare WhatsApp e audio vari. Chi ha sbagliato pagherà».

Una linea difensiva che punta tutto sulla narrazione di una vendetta d’amore, aggravata dalla gelosia e dalla frustrazione. Ma la Procura sembra vedere ben altro: un disegno punitivo, accurato e pericoloso, in cui i social diventano un’arma e la criminalità organizzata uno strumento di pressione, anche solo evocata.

Ora la palla passa al giudice: se ci sarà rinvio a giudizio, il caso Mega potrebbe diventare ben più che una polemica da tabloid. Sarebbe il primo processo penale in cui un’influencer viene accusata di usare la sua popolarità e presunti legami mafiosi come leva per imporsi in un conflitto privato. E intanto, mentre il web si divide tra innocentisti e colpevolisti, resta una certezza: i 53mila euro degli orecchini non sono più solo un ricordo di coppia, ma il fulcro di una vicenda giudiziaria sempre più intricata.