Statale 18 chiusa per caduta massi tra Vibo e Longobardi: per riaprire servono 15 giorni e 500mila euro
I macigni precipitati sulla carreggiate per il maltempo provocheranno un lungo stop per l’arteria che collega il capoluogo con la sua frazione marina. Rocciatori in azione per verificare la stabilità del costone
di Cristina Iannuzzi
La Statale 18 che da Vibo Valentia conduce a Vibo Marina potrebbe restare chiusa a lungo, nell’ipotesi più ottimistica almeno 15 giorni. La strada è interdetta al traffico da ieri sera, quando nei pressi di Longobardi alcuni grandi massi si sono abbattuti sulla carreggiata, senza fortunatamente coinvolgere le auto in transito. Da allora sul posto c’è il personale Anas, che ha avviato monitoraggi e verifiche sul costone dal quale, dopo le intense piogge, si sono staccate le rocce. «La riapertura della strada non avverrà prima dei 15 giorni», afferma il responsabile della rete gestione Anas della Calabria, Nico Curcio, lasciando intendere che la situazione è complessa e necessità di indagini approfondite per garantire la sicurezza della strada.
Era già successo nella primavera del 2021, quando per un problema simile la strada rimase chiusa circa 2 mesi in attesa che venissero terminati i lavori di messa in sicurezza. Una situazione che creò notevoli disagi per chi deve spostarsi tra la Vibo città, la frazione marina e la stazione ferroviaria di Vibo Pizzo. «Sulla parete da cui si sono staccati i detriti – continua Curcio – sono intervenuti i rocciatori che hanno accertato la presenza di ulteriori massi instabili che rischiano di staccarsi da un momento all’altro». Il responsabile Anas precisa che il movimento franoso sta interessando, in particolare, un terreno privato: «Sebbene non di nostra competenza, stiamo procedendo con la messa in sicurezza della ripa. Inoltreremo al ministero una richiesta per un intervento d’urgenza al fine riaprire la strada nel più breve tempo possibile, ma non prima di due settimane».
Per ora, la tempistica non può essere certa: «Solo quando inizieremo l’attività di disgaggio, che prevede la rimozione delle pietre instabili, ci renderemo conto dell’entità del problema». Infine chiarisce che l’intervento dovrà essere effettuato su un versante montuoso abbandonati da anni. «La mancata manutenzione del costone e gli eventi calamitosi eccezionali finiscono col fare danni seri». L’Anas, dunque, ha provveduto alla messa in mora del proprietario del terreno per intimargli di mettere in sicurezza il sito. «Questa – conclude – è la procedura che ci permetterà, in assenza di riscontro, di fare un’azione sostitutiva per l’intervento di messa in sicurezza il cui costo si aggira approssimativamente intorno ai 500mila euro». Continua a leggere su IlVibonese.it