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09/06/2025 ore 09.24
Cronaca

Strage di Cutro, la Rete 26 Febbraio continua a seguire il processo e «a pretendere che sia restituita verità»

Così movimento nato su proposta dell'associazione Sabir prima della terza udienza del processo previsto per oggi a Crotone

di Redazione Attualità

«Oggi, lunedì 9 giugno presso il Tribunale di Crotone si terrà la terza udienza, dopo il 12 e il 26 maggio, del procedimento per la strage avvenuta all’alba del 26 febbraio 2023 a Steccato di Cutro che vede imputati sei militari, quattro della guardia di finanza e due della guardia costiera con l’accusa di naufragio e omicidio colposo plurimo. Circa 130 sono state le richieste di costituzione di parte civile depositate, tra cui molte associazioni ed enti, oltre a superstiti e parenti degli scomparsi». È quanto ricorda in una nota la Rete 26 Febbraio, un movimento nato su proposta dell'associazione Sabir, in seguito al naufragio di Cutro.
«Il 26 febbraio del 2023, a circa una cinquantina di metri dalla riva di Steccato di Cutro, persero la vita tantissime persone provenienti da Palestina, Siria, Turchia, Tunisia, Iran, Somalia ed un gran numero di persone provenienti dall’Afghanistan che viaggiavano sul caicco Summer Love. Finora 94 sono stati i morti accertati – sottolineano dalla rete – tra cui 35 minori e almeno altri venti dispersi i cui corpi non sono stati ritrovati, anche se è difficile determinare con esattezza il numero dei dispersi. La presenza in mare del caicco che viaggiava, con molta difficoltà carico di persone, era stata già rilevata e dunque nota alle Autorità competenti, ma nessuno intervenne, neanche alle successive richieste di aiuto». 

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«I giorni a seguire furono un susseguirsi di parenti che arrivavano da Europa ma anche da Stati Uniti e altri Paesi – rammenta la Rete – ma anche di informazioni non corrette e segnalazioni e richieste delle associazioni alle Autorità. E lacrime e dolore, corpi che vagavano alla ricerca di risposte e tracce. Nulla potrà mai descrivere quei giorni che si trascinavano, con disperazione, all’interno del Palamilone allestito per accogliere le bare e lungo la spiaggia di Steccato di Cutro dove per centinaia di metri erano esplosi frammenti di vita e di morte».
«Il 9 marzo 2023, oltre 40 associazioni della società civile italiana ed europea presentarono un esposto collettivo alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Crotone per chiedere verità sul naufragio, per l’accertamento dei fatti, per aver colposamente qualificato una situazione di pericolo in mare come evento di immigrazione illegale senza aver considerato gli obblighi di tutela della vita umana in mare derivanti dal diritto internazionale e implementati nella legislazione nazionale. Da allora, familiari e superstiti e le associazioni che si costituirono nella Rete 26 Febbraio, tutte e tutti testimoni di una tra le più grandi stragi alle frontiere, chiediamo verità e giustizia. Verità e giustizia per i morti, per i dispersi, per i superstiti – prosegue la nota – per i familiari che non possono neanche venire a visitare i luoghi di sepoltura. Per tutte le stragi, anche sconosciute, per le politiche di frontiera, in mare, in terra, ai confini».
«A seguito dell’udienza del 26 maggio, 25 associazioni sono state escluse anche come richiesto dai difensori degli imputati nel procedimento. Sono state invece ammesse, le Ong – proseguono dalla Rete – e tutte e tutti i superstiti e i familiari delle persone scomparse. Nonostante l’esclusione dal processo della costituzione di parte anche delle associazioni che operano per i diritti delle e dei cittadini stranieri e per la verità e giustizia per tutti i morti durante la migrazione a causa delle politiche di frontiera, in mare e in terra, continueremo a seguire il processo, a pretendere che sia restituita verità anche attraverso l’accertamento delle responsabilità di coloro che hanno consentito che l’ennesima strage si compisse. Continueremo a chiedere giustizia e ad essere accanto a familiari e superstiti e ai loro avvocati, anche durante il processo».

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«Pur consapevoli che il processo in corso non potrà restituire le tante vite perse e i sogni infranti, abbandonati e lasciati affogare a pochi metri dalla riva, né risarcire il dolore dei superstiti dispersi in terra o la violenza per l’assenza di risposte e la violazione del lutto, riteniamo importante l’ammissione al processo di superstiti e familiari, così come l’ammissione delle Ong. Noi come Rete, cammineremo con loro e accanto a loro, mai un passo avanti o dietro, perché la loro richiesta di verità e di giustizia l’abbiamo fatta nostra a partire dal 26 febbraio 2023. Saremo fuori dai tribunali anche per chi non c’è più o non può esserci, con le nostre voci perché l’oblio non sia una possibilità. E, riprendendo il Documento conclusivo del recente Convegno di Crotone per il secondo anniversario della strage di Cutro – concludono – continueremo a portare all’attenzione delle istituzioni, locali e nazionali, le questioni necessarie e urgenti, perché quello che è successo a Cutro e nelle altre stragi, possa non accadere più. La strage di Cutro, non la prima e purtroppo neanche l’ultima, costituisce l’ennesima ferita.
Non abbiamo dimenticato, non dimenticheremo, non smetteremo di parlarne.
Per chi ce l’ha fatta, per chi non ce l’ha fatta, per i familiari, per noi».