Telefonia e internet in tilt ad Acri: il sindaco Capalbo diffida Telecom e Anas dopo l’ennesimo blackout delle comunicazioni
Tranciato un cavo telefonico durante lavori sulla SS660. Gravi disagi per cittadini e servizi essenziali. Il primo cittadino: «Situazione inaccettabile, chi non interviene sarà ritenuto responsabile»
È stato un mercoledì nero quello del 7 maggio per la città di Acri, rimasta completamente isolata per oltre dieci ore a causa di un blackout delle comunicazioni che ha coinvolto telefoni e internet. L’interruzione ha colpito in pieno cittadini, attività commerciali e servizi pubblici essenziali, paralizzando l’intero territorio comunale. Il disservizio, stando alle prime ricostruzioni, sarebbe stato causato da un mezzo impegnato nei lavori di manutenzione del verde lungo la SS660, tra le località Calvario e Chianette, che avrebbe tranciato un cavo telefonico adagiato da mesi sul ciglio stradale, mai adeguatamente ripristinato dopo gli incendi della scorsa estate.
Il danno ha coinvolto tutte le principali compagnie telefoniche, bloccando uffici pubblici, banche, poste, studi medici, ospedale, forze dell’ordine e sistemi di pagamento elettronici. Un’emergenza nella quale, ancora una volta, è emersa la fragilità strutturale del sistema di telecomunicazioni acrese, in particolare in quel tratto della statale 660 dove i cavi restano da anni “volanti” ed esposti al degrado, all’incuria e agli eventi atmosferici.
Di fronte all’ennesima emergenza e dopo a un nostro articolo, il sindaco Pino Capalbo ha deciso di passare dalle parole ai fatti. Con una diffida formale indirizzata a Telecom Italia e Anas, ha denunciato la gravissima situazione in atto, evidenziando come la mancata messa in sicurezza delle linee rappresenti «un’oggettiva situazione di pericolo per la comunità».
Nella nota, inviata via PEC ai vertici regionali e nazionali delle due aziende, Capalbo sottolinea che «questa incresciosa situazione si protrae da oltre dieci anni (ed interessata da molteplici segnalazioni) per la presenza di cavi, tubi e fili della rete telefonica ed internet non interrati e alla portata di tutti, sul ciglio della strada e nelle cunette o poggiate semplicemente sul terreno, a rischio rottura e manomissione a causa di eventi naturali (incendi, temporali, fulmini) o per mano dell'uomo, come in quest'ultima situazione».
Il primo cittadino ha quindi diffidato Telecom Italia e Anas considerandoli «sin
d'ora responsabili per ogni eventuale richiesta di danni» e invitandoli «a una definitiva soluzione della criticità», chiedendo l’interramento dei cavi telefonici per prevenire nuovi blackout. La diffida si conclude con la riserva di agire per eventuali richieste di risarcimento danni, a tutela della cittadinanza.
Capalbo respinge inoltre qualsiasi addebito sulla responsabilità dell’amministrazione comunale, chiarendo che «dare responsabilità al sindaco significa non avere conoscenza delle più elementari norme che regolano la pubblica amministrazione».