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15/05/2025 ore 22.03
Cronaca

Truffa del finto sacerdote, hackerato un parroco a Simeri Crichi: «Non date soldi, le preghiere non si pagano»

I profili social di don Francesco Cristofaro sono stati utilizzati per sottrarre denaro a fedeli ingenui e sofferenti. L’appello pubblico dopo le denunce alla polizia postale

di Nico De Luca

Diventa ogni giorno più aggressiva l’attività degli hackers e delle truffe sul web. Quelle che lucrano sulle sofferenze e le malattie dei più deboli sono insopportabili oltreché odiose. 

Di una di queste è vittima don Francesco Cristofaro, parroco a Simeri Crichi, provincia di Catanzaro. Un sacerdote molto attivo sui social e protagonista di produzioni religiose su TelePadrePio.

La carità è sacra

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«Purtroppo i media ed i social che sono utili per tantissime cose – dice al nostro network LaC don Francesco – danno anche spazio a questi criminali, perché io li chiamo così, gente che crea profili fake per ingannare gli altri, per chiedere soldi, per offrire preghiere a pagamento. La preghiera non si paga e la carità non si paga!».

Hackerando i suoi profili, i malviventi ne hanno usato l'account per ottenere soldi in modo fraudolento.

«C'è stato addirittura un caso molto brutto, quello di una signora anche di una certa età che raccontava in chat privata a questo falso “don Francesco” della figlia gravemente ammalata; e questo truffatore le ha risposto che avrebbe pregato per lei ma che per questo c’era bisogno di soldi».

«Non ho Messenger e Facebook»

Lui naturalmente si sta tutelando nelle sedi opportune. «Ho fatto diverse segnalazioni sia ai social e ma anche alle autorità competenti come la polizia postale. Unica possibilità di arginare questi fenomeni è mettere in guardia le persone. Io non chiedo mai soldi a nessuno. Non ho Messenger e Facebook quindi se vi contattano su Messenger o su altri canali state attenti ma soprattutto quando vi chiedono i dati personali e vi chiedono soldi dovete scappare, fuggire».

Tecnologia sì ma occhi aperti

La Chiesa non rifugge la tecnologia ma tutti i cittadini devono diffidare delle richieste anomale. «Sì abbiamo visto tutto il conclave, l'elezione del nuovo Papa, molto molto social e lo stesso Papa Leone XIV usa i social e comunica attraverso i social. Lo faceva da cardinale, lo farà anche adesso da Papa».