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25/05/2025 ore 15.16
Cronaca

«Tutti i dati sui trojan siano a disposizione delle difese»: la decisione che può cambiare i processi contro la 'Ndrangheta

La Cassazione stabilisce che siano forniti agli avvocati anche i file di log che raccontano nel dettaglio le intercettazioni digitali. L'avvocato Staiano: «Scenario dirompente per Rinascita Scott, Petrolmafie, Imponimento e Maestrale-Carthago»

di Redazione Cronaca

I file di log generati dai trojan impiegati nelle intercettazioni telematiche non sono più esclusi dall'accesso della difesa. Lo ha stabilito la terza sezione Corte di Cassazione con una sentenza «destinata a segnare una svolta nel processo penale digitale», accogliendo sul punto il ricorso presentato dall'avvocato Salvatore Staiano, penalista calabrese, che ha reso noto la decisione. Per la Suprema Corte, devono essere rilasciati alla difesa «in caso di intercettazione tramite captatore informatico, oltre ai nastri registrati, anche i supporti informatici dei 'file di log' contenenti le indicazioni relative alle captazioni, alle registrazioni e al relativo ascolto». Un principio che, è scritto in una nota, «ribalta l'impostazione seguita finora da molte Procure italiane, secondo cui i log sarebbero elementi tecnici non equiparabili alle registrazioni audio».

«Non si mette in discussione la legittimità delle indagini - ha commentato l'avvocato Staiano - ma si rivendica il diritto alla piena difesa. Se la legge ha previsto dei presupposti per la validità delle intercettazioni, devo poterli verificare. E per farlo, serve il file di log. Nessuna sfiducia nella magistratura: altrimenti dovremmo dubitare anche del legislatore».

I file di log - veri e propri "registri di bordo" del trojan - tracciano orari di attivazione e disattivazione, soggetti che attivano la registrazione, percorsi della fonia su server pubblici e privati. In mancanza di tali dati, sostiene la difesa, non è possibile verificare la regolarità tecnica e giuridica dell'atto di captazione. La pronuncia della Cassazione richiama anche precedenti giurisprudenziali delle Sezioni Unite civili (2021) e della Sesta sezione penale (2023), sottolineando che la mancata consegna dei file può incidere sulla utilizzabilità stessa dell'intercettazione.

Gli effetti della sentenza, è scritto nella nota «potrebbero estendersi a numerosi procedimenti in corso, in particolare ai maxi-processi antimafia condotti dalla Dda di Catanzaro, come Rinascita-Scott, Petrolmafie, Imponimento e Maestrale-Carthago, nei quali i trojan informatici sono stati utilizzati in modo sistematico. Una questione finora confinata tra tecnici e specialisti del digitale - conclude la nota - che ora potrebbe innescare un cambio di paradigma nell'equilibrio tra potere inquirente e diritto di difesa. Una battaglia giuridica, quella dell'avvocato Staiano, che si candida a diventare un punto fermo nella tutela delle garanzie difensive nell'era delle intercettazioni digitali».