Usura a Catanzaro, le pressioni degli indagati sul testimone: «Tu non hai ricevuto nessun prestito da me»
Tre testimoni sono stati raggiunti da Carlo Procopi e Daniele Masciari subito dopo aver parlato con gli inquirenti. La paura di due di loro e il rifiuto di parlare nuovamente con la finanza
Era stato tenuto sotto usura per trent’anni. Aveva subito anche estorsione – sostiene la Procura di Catanzaro – con schiaffi, toni minacciosi perché pagasse il debito preteso dai sui aguzzini. Il 18 aprile 2024 un imprenditore di Catanzaro è stato ascoltato dal sostituto procuratore Saverio Sapia e dai finanzieri del Nucleo economico di Catanzaro. Ha raccontato la sua storia e ha ricevuto il numero di telefono di un militare al quale poter chiamare h24 in caso di problemi. E, di fatti, il giorno dopo l’uomo chiama: era stato contattato Carlo Francesco Procopi, 60 anni, detto Carlo, colui che lo avrebbe vessato e terrorizzato per anni.
Lo schiaffo in faccia e l’Audi a prezzo scontato per coprire il debito: come funzionava il giro di usura a CatanzaroNon lo sentiva da mesi, ma Carlo Procopi – tratto in arresto venerdì scorso – lo chiama nemmeno 24 ore dopo l’incontro molto riservato che l’imprenditore aveva avuto con gli investigatori. Lo contatta con la scusa di aver bisogno di fare dei lavori a casa. L’uomo tergiversa, chiama il maresciallo, gli esprime la sua preoccupazione. Poi, invitato dai finanzieri a sottoscrivere quanto aveva detto al maresciallo, l’imprenditore rifiuta. Secondo la Procura di Catanzaro è significativo di un ritorno di quella paura vissuta per decenni e dimostrativo della capacità di Procopi di tentare di inquinare le indagini.
Anche ad un altro imprenditore, indicato quale vittima di Carlo Procopi, viene raggiunto dall’indagato il giorno dopo aver parlato con gli investigatori. Questa volta Procopi si presenta sotto casa dell’uomo che in quel momento non è al lavoro. Procopi lascia un messaggio alla compagna: tornerà in serata. Questo basta per generare forte apprensione nella donna che avvisa l’imprenditore il quale, a sua volta, telefona al maresciallo della finanza. Teme che l’incontro non sia stato così riservato come gli avevano garantito ma il militare lo rassicura: c’erano tre persone e sono tutte fidate. L’imprenditore è memore di quanto gli aveva intimato Carlo Procopi subito dopo aver subito una perquisizione: doveva negare di aver ricevuto alcun prestito.
Anche questo secondo imprenditore rifiuta di verbalizzare quanto riferito durante la telefonata. Nonostante questo, però, la vittima qualche tempo dopo contatta di nuovo la Finanza per raccontare di essere stato raggiunto a casa da Carlo Procopio il quale gli aveva chiesto spiegazioni sull’incontro avuto con il sostituto procuratore.
Anche un terzo imprenditore ha spiegato di essere stato contattato da Daniele Masciari, 52 anni, detto U Bananaru, subito dopo aver parlato con gli inquirenti.
Masciari, per il quale sono stati disposti i domiciliari, pretendeva di conoscere il contenuto del colloquio avuto dal testimone con il magistrato.
Questi tre esempi rappresentano per la Procura un dato allarmante visto che sia Procopi che Masciari non hanno avuto remore nell’avvicinare i testimoni tanto che due di loro si sono poi rifiutati di essere sentiti nuovamente a sommarie informazioni dai finanzieri.