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15/04/2025 ore 20.39
Cronaca

Vibo Valentia, la protesta degli studenti contro il femminicidio: «Siamo il grido di chi non può più parlare»

VIDEO | Cartelli, slogan e riflessioni durante il corteo degli istituti superiori tra le vie del centro storico: «Serve più educazione, anche tra i banchi»

di Tonino Raco

Striscioni, slogan e passi decisi per le strade del centro: a Vibo Valentia, gli studenti degli istituti superiori hanno dato vita a una manifestazione contro la violenza sulle donne e i femminicidi. Centinaia i partecipanti, uniti dalla volontà di farsi sentire e chiedere giustizia. Il corteo, partito da Piazza Municipio, ha poi percorso le vie del centro storico per fare ritorno in piazza.

«Noi siamo il grido di chi non può gridare più, siamo qui per chi ancora ci crede, perché si può cambiare ma dobbiamo farlo tutti», ha affermato una studentessa. «Secondo me è anche un problema generazionale, un qualcosa per cui c’è ancora oggi tanta omertà. Si parla davvero poco di questa tematica, anche nelle scuole. Dovremmo tutti sensibilizzare il prossimo per far capire quanto è importante affrontare questi temi. Molto spesso avvertiamo questa problematica come una cosa lontana rispetto a noi. Leggiamo i giornali e pensiamo che non può toccare noi, ma purtroppo non è così».

Un pensiero che oggi risuona ancora più forte alla luce degli ultimi tragici fatti di cronaca: le uccisioni di Laura Papadia, Sara Campanella e Ilaria Sula, tre giovani donne vittime di efferati femminicidi (nel giro di una settimana) che hanno sconvolto il Paese. A questi casi si aggiunge la recente e discussa sentenza sul caso di Filippo Turetta, in cui si è stabilito che le 75 coltellate inferte alla sua vittima, Giulia Cecchettin, non rappresenterebbero crudeltà, bensì "inesperienza" dell’assassino. Una decisione che ha suscitato rabbia e sgomento, soprattutto tra i giovani, sempre più consapevoli della necessità di un cambiamento profondo nella cultura e nella giustizia. «La 76esima coltellata te l'ha data il Governo» recita uno dei cartelloni tenuti in alto dagli studenti vibonesi.

Secondo l’ultimo report del Servizio Analisi Criminale del Ministero dell’Interno, nel 2024 in Italia sono state uccise 113 donne, 99 delle quali in ambito familiare o affettivo. Di queste, 61 hanno perso la vita per mano del partner o dell’ex partner. Una piaga da combattere partendo da atteggiamenti spesso sottovalutati: «Spesso, soprattutto in gruppi di ragazzi, si tende a giustificare alcuni comportamenti considerandoli magari scherzi – ha aggiunto uno studente vibonese –. Anche questo è sbagliato e non fa che alimentare una cultura sbagliata, che prepara il terreno a forme di violenza più gravi».

Infine un appello, ai propri coetanei ma non solo, per un maggior coinvolgimento: «Ci aspettavamo una partecipazione ancora maggiore. Molti ragazzi prendono queste manifestazioni come una scusa per non andare a scuola, per farsi una passeggiata.

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