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20/10/2025 ore 18.20
Cronaca

Violenze, minacce e vessazioni quotidiane su moglie e figli: padre orco condannato a nove anni e otto mesi

All’uomo è stata revocata anche la patria potestà. Avrebbe costretto la moglie a rapporti sessuali filmandola col telefonino. Insulti sui figli e telecamere per un controllo asfissiante. E ora spunterebbero anche attenzioni morbose sul bambino più piccolo

di Alessia Truzzolillo

Una pena severa, severissima, è quella che il Tribunale di Paola ha inflitto a T.M.C, 43 anni, di origini rumene e residente in un paesino del Tirreno Cosentino. L’uomo è stato condannato a nove anni e otto mesi di reclusione per i reati di violenza sessuale aggravata nei confronti della moglie, anche lei di origini rumene, maltrattamenti in famiglia (contro moglie e figli), lesioni personali e interferenze illecite nella vita privata.

Il racconto delle condotte dell’uomo, già letto attraverso i capi di imputazione, appare agghiacciante.
Secondo quanto documentato dai carabinieri e sostenuto dall’accusa, dal 2020 il 43enne avrebbe costretto la moglie a rapporti sessuali con violenza, consistita nel tirarla per i capelli, per la maglietta, per le braccia, per le mani o nel darle degli schiaffi e nel minacciarla di non darle il denaro necessario per fare la spesa per la famiglia e per i figli minori. La moglie, durante le violenze, sarebbe stata anche oggetto di video girati dal marito col cellulare.

La donna avrebbe vissuto in un incubo fatto di offese quotidiane del tipo: «sei una p*****a; Non servi a nulla. Non comprendo quale sia il motivo per cui vivi; sei inutile; è meglio che muori, così posso portarmi in casa un'altra donna». Anche i figli non sarebbero stati al sicuro dalla violenza verbale del padre: «Siete delle zecche, non siete figli miei, non servite a un c***o; non siete degni di stare a casa».

A questo si aggiungevano, sostiene l’accusa, le vessazioni quotidiane, un controllo asfissiante sulla vita, fino all’installazione di telecamere in casa per tenere sotto controllo la donna alla quale veniva impedito di lavorare o di avere una vita sociale, nell'impedire ai figli di avere amici a casa; nell'urlare, sgridare ed offendere i figli e la moglie, anche senza alcun motivo.

Dal 15 luglio al 17 agosto 2024, in Romania, avrebbe lasciato la moglie in mezzo alla strada senza né cibo né soldi e si sarebbe allontanato e, per l'intero periodo indicato, sarebbe andato via di casa alle sei del mattino fino alle 23, lasciando la famiglia senza denaro, pretendendo che gli stessi non uscissero dalla casa in cui dimoravano e portando loro solo del latte e delle uova come cibo.

Nel 2022 ha colpito la moglie – rappresentata e difesa insieme ai figli dagli avvocati Domenico Villella e Domenico Chirumbolo – con un pugno che le ha portato via due denti, recita l’accusa di lesioni. All’uomo è stata revocata la patria potestà.

Nel corso del processo, durante l’esame testimoniale del figlio più piccolo, sarebbero emerse violenze sessuali anche nei suoi confronti. Questo ha portato la Procura a chiedere una perizia psicologica sul bambino per verificarne l’attendibilità e procedere eventualmente ad aprire un nuovo fascicolo. Richiesta accolta dal giudice per le indagini preliminari.