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08/04/2025 ore 21.42
Cronaca

«Voleva essere libera e ha pagato con la vita»: lo straziante ricordo di Lea Garofalo nelle parole della sorella Marisa

VIDEO | È stata ospite di Legalità è donna, appuntamento promosso dall’istituto scolastico in collaborazione con l’Associazione Exodus e con il Soroptimist Club: «Impegno costante per raccontare ai ragazzi il suo coraggio, l’amore per la figlia e per la libertà» 

di Salvatore Bruno

Drammatica e lacerante la storia di Lea Garofalo, simbolo del coraggio delle donne, della loro emancipazione dalle famiglie di ‘ndrangheta, del sacrificio estremo per proteggere l’amata figlia. Una vicenda troppo recente per essere dimenticata, ma non abbastanza per essere conosciuta dai più giovani.

La testimonianza della sorella Marisa, un prezioso contributo alla diffusione della cultura della legalità tra i banchi di scuola, utile a far germogliare tra i ragazzi il sentimento della giustizia e della responsabilità. Legalità è donna l’appuntamento organizzato a Cosenza nel Polo tecnico-scientifico Brutium e promosso insieme al Soroptimist Club ed all’Associazione Exodus, con la partecipazione dell’Arma dei Carabinieri, sull’onda lunga delle celebrazioni per la giornata della memoria e dell’impegno contro le mafie. La lettura di alcuni brani tratti da Una fimmina calabrese di Paolo De Chiara ha preceduto il workshop coordinato da Giovanna Bergantin, presidente dall’Associazione Nazionale Donne Elettrici.

Bussola per gli studenti

«Soprattutto all’interno della scuola la legalità deve essere una bussola per gli studenti – ha detto al nostro network la dirigente del Polo tecnico-scientifico Brutium, Rosita Paradiso - Per questo manteniamo viva l’attenzione dei ragazzi con appuntamenti cadenzati e testimonianze di spessore. Quella di Marisa Garofalo è una presenza di rilievo. La storia di sua sorella Lea ha lasciato un’eredità, un insegnamento alla Calabria tutta da non disperdere. Questi incontri si integrano ad attività specifiche di educazione civica svolte nelle classi e che suscitano l’interesse degli alunni». L’iniziativa è stata introdotta dai saluti istituzionali della preside, della presidente del Soroptimist Club Cosenza Francesca Stumpo, della presidente di Exodus Sud Deborah Granata, del comandante del Reparto operativo dei Carabinieri di Cosenza Dario Pini. La testimonianza di Marisa Garofalo è stata introdotta dal giornalista Arcangelo Badolati.

Una storia che riguarda tutti

«La vicenda di Lea è stata una brutta pagina di cronaca che ci ha ferito nell’intimo – ha affermato Marisa Garofalo – Ma è una storia che riguarda tutti. Oltre ad essere una testimone di giustizia, Lea è stata una donna coraggiosa che ha pagato con la vita il suo desiderio di libertà e l’amore provato per la figlia. Lo racconto ai ragazzi da circa 15 anni. Lea appartiene alla Calabria, ma è conosciuta anche fuori dalla Calabria. Il mio impegno è costante perché ritengo che il racconto sia più efficace se viene ascoltato da un familiare, da chi ha vissuto quella tragedia sulla propria pelle».

 Sullo sfondo anche il contrasto a certi modelli di riferimento cui i ragazzi si ispirano. Modelli che tendono, sia pure nell’ambito della finzione cinematografica, a mettere in luce chi agisce nel campo contrapposto a quello della legalità. Nuove leve del crimine che gli adolescenti finiscono con l’imitare nel linguaggio e negli atteggiamenti. «Sicuramente c’è il rischio che alcuni programmi possano alimentare comportamenti distorti. Ma la strada della censura non è quella più opportuna. Bisogna lavorare invece sul fronte di una corretta mediazione nei confronti dei nostri ragazzi».