Addio a Sandro Giacobbe: la voce degli anni Settanta e Ottanta si spegne a 75 anni
Con la sua scomparsa, l’Italia perde non solo un interprete di grande sensibilità, ma un uomo che ha trasformato la propria voce in un ponte di emozioni, gentilezza e impegno civile
La musica italiana piange oggi la scomparsa di Sandro Giacobbe, spentosi all’età di 75 anni nella sua casa di Cogorno, nel Levante ligure. Con lui se ne va una delle voci più riconoscibili della canzone d’autore degli anni Settanta e Ottanta, un interprete capace di intrecciare alla melodia un sentimento schietto, popolare, profondamente umano.
Sandro Giacobbe aveva conosciuto il successo fin dagli anni giovanili: il suo esordio nazionale, nel 1974, con Signora mia, lo aveva proiettato al centro della scena musicale di quegli anni, annunciando una scrittura emotiva, diretta, intensamente narrativa. Ma fu il 1976 a consacrarlo definitivamente, quando portò al Festival di Sanremo Gli occhi di tua madre: un brano denso di fragilità e dolcezza, destinato a divenire uno dei simboli più duraturi della canzone sentimentale italiana.
Negli anni seguenti Sandro Giacobbe seppe confermare la sua identità artistica con titoli che ancora oggi risuonano nella memoria collettiva: Il giardino proibito, Bimba, Mi va che ci sei, Notte senza di te, e l’intramontabile Sarà la nostalgia, pubblicata nel 1982. Brani che raccontavano amori vissuti e perduti, stagioni interiori, malinconie, slanci improvvisi e ritorni: una poetica semplice solo in apparenza, in realtà sostenuta da una profonda attenzione agli affetti e alla vulnerabilità dell’essere umano.
Negli ultimi anni l’artista aveva affrontato con dignità una lunga malattia, che lo aveva costretto alla sedia a rotelle. Nonostante ciò, Giacobbe non aveva mai smesso di salire sul palco: considerava la musica una forza vitale, una necessità irrinunciabile, quasi un dovere nei confronti del pubblico che lo aveva amato fin dai primi giorni. La fragilità non lo aveva mai allontanato dal suo mestiere, ma anzi lo aveva reso ancor più consapevole della bellezza che nasce dal continuare a donarsi.
Accanto alla carriera musicale, Sandro Giacobbe ha lasciato un segno indelebile nel campo del volontariato. Fu infatti tra i promotori e primi membri della Nazionale Italiana Cantanti, un’esperienza unica, che intreccia sport e solidarietà e che nel tempo sarebbe divenuta un punto di riferimento assoluto nelle attività benefiche del Paese. Giacobbe partecipò a centinaia di partite, contribuì alla crescita del progetto e, negli anni più recenti, ne assunse anche il ruolo di guida tecnica. Per lui, la solidarietà non era un gesto accessorio: era parte stessa della sua identità, un’estensione naturale della sua sensibilità artistica.
Con la sua scomparsa non si spegne soltanto una voce: si chiude un capitolo della storia musicale italiana, fatto di melodie senza tempo e di un modo di cantare il sentimento che appartiene a un’epoca e, insieme, continua a parlare al presente.
Resta l’eredità di un uomo che ha saputo coniugare grazia e coraggio, popolarità e impegno, bellezza e responsabilità. Resta quel modo di raccontare l’amore che sapeva accendere una scintilla nel cuore dell’ascoltatore. Resta, soprattutto, l’esempio di un artista che ha creduto nel valore della gentilezza, nella forza del dono, nel potere della musica come forma di cura.
Nel salutarlo, l’Italia ricorda non solo un cantautore amato, ma un uomo che ha trasformato la sua voce in un ponte: un ponte di emozioni, di speranza, di solidarietà. Un ponte che continuerà a vibrare, come una nota lunga e luminosa, oltre il tempo della vita.