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05/11/2025 ore 12.14
Cultura

Alessandro Barbero, standing ovation a Catanzaro per la lezione su San Francesco d’Assisi: lo storico star conquista il Politeama

Il professore ha condotto il pubblico in un viaggio nel tempo, tra riflessioni storiche e lampi di ironia. Il sindaco Fiorita: «Evento che onora la città»

di Bruno Mirante

Un Politeama gremito ha accolto, a Catanzaro, lo storico e divulgatore Alessandro Barbero per la sua lezione magistrale dedicata a San Francesco d’Assisi. Un incontro, organizzato da comune del capoluogo insieme alla casa editrice Laterza che, come sempre accade quando il professore sale sul palco, si è trasformato in un viaggio nel tempo, tra riflessioni storiche e lampi di ironia.

Barbero, introdotto da Giuseppe Laterza e dal sindaco Nicola Fiorita, ha smontato con la consueta lucidità l’immagine “serafica” e immacolata del Poverello d’Assisi, ricordando come dietro il mito si nasconda un uomo complesso, tormentato, spesso in disaccordo con i suoi stessi seguaci. «Ascetico sì – ha detto – ma non etereo. È stato un uomo che ha passato vent’anni a distruggere il suo corpo in penitenza, ma anche uno pieno di dubbi, che alla fine ha visto il suo ordine diventare qualcosa di diverso da ciò che aveva immaginato». Il professore ha raccontato un Francesco terreno e contraddittorio, capace di ribellarsi alle ricchezze ma anche di guidare, suo malgrado, una «multinazionale della fede». E non ha nascosto le sue curiosità ancora irrisolte: «Mi piacerebbe chiedergli – ha detto – come mai negli ultimi anni scrisse nelle regole di stare lontani dalle donne, quando in gioventù aveva sostenuto e incoraggiato Santa Chiara a fondare la sua comunità. Cosa è cambiato in lui?».

Barbero ha poi riflettuto sul modo in cui ogni epoca si costruisce “il proprio Francesco”: pacifista, ambientalista, animalista, simbolo del dialogo interreligioso. «Sono tutte letture legittime – ha ammesso – ma non sempre rispecchiano ciò che era davvero. Francesco amava gli animali perché vi vedeva il segno del Creatore, non per animalismo moderno; e quando andò dal Sultano, non cercava il dialogo interconfessionale, ma voleva convertirlo. Però quel gesto rimane straordinario».

Il tono è cambiato solo quando gli è stato chiesto delle guerre attuali. «Su questi temi preferisco non parlare – ha tagliato corto – oggi sono qui per San Francesco». Una pausa, poi un’osservazione più ampia sulla difficoltà di orientarsi nell’informazione globale: «Viviamo in un’epoca in cui la manipolazione è facilissima. Anche in paesi colti e sviluppati, come Israele, molti non credono a ciò che accade a Gaza. Questo fa capire quanto sia difficile far arrivare la verità». E a chi, tra il serio e il faceto, gli ha chiesto il segreto del suo successo, Barbero ha risposto con il sorriso che lo contraddistingue: «È un segreto, e se è un segreto non posso mica dirvelo».
Un’ovazione ha salutato la conclusione della serata, tra applausi lunghi e richieste di bis.

Fiorita: «Evento che onora la città e segna l’inizio di un percorso»

A prendere la parola è stato anche il sindaco di Catanzaro, Nicola Fiorita, che ha salutato con entusiasmo la presenza di Barbero al Politeama: «Un appuntamento importante, un fuori programma speciale per Catanzaro. Accogliere il professor Barbero è una sfida e un motivo di grandissimo orgoglio, perché è uno dei protagonisti assoluti della cultura italiana, e nulla di ciò che fa è casuale. Il fatto che sia qui significa che si è costruito un percorso, e ringrazio moltissimo Giuseppe Laterza, uno degli editori più importanti del Paese, con cui si sta costruendo un rapporto importante».

Fiorita ha poi evidenziato come l’evento segni l’avvio di un progetto culturale di lungo periodo: «Oggi parte un percorso col botto, ma che sicuramente continuerà nei prossimi mesi e anni. È una grande giornata per il Politeama, a pochi giorni dalla presentazione della nuova stagione teatrale. Offriamo alla città un momento di cultura alta e partecipata, con lo stupore di vedere un interesse enorme. Se avessimo avuto tre serate, le avremmo riempite tutte. Questo è il segno che Catanzaro mantiene viva una grande tradizione culturale e che nel nostro Paese la voglia di cultura non è mai finita».