Calopezzati, la Soprintendenza nell’area archeologica di Gadice. Legambiente: «Servono fondi straordinari»
VIDEO | Il presidente del circolo “Nicà” Abruzzese chiede al sindaco di farsi promotore della richiesta di risorse per la tutela e la valorizzazione di questo importante patrimonio
Il 16 settembre, su segnalazione del circolo Legambiente “Nicà” di Scala Coeli, è stato effettuato un sopralluogo presso l’area archeologica situata in località Gadice, nel comune di Calopezzati, ai piedi dell’omonima collina, a circa 110 metri dall’attuale linea di costa.
«Alla visita – fa sapere con una nota il presidente del circolo Nicola Abruzzese – hanno partecipato la dottoressa Giovanna Verbicaro, funzionario archeologo responsabile per il territorio, in rappresentanza della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la provincia di Cosenza, unitamente al personale del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale dell’Arma dei Carabinieri di Cosenza».
«Durante il sopralluogo e a seguito dello studio della documentazione bibliografica e d’archivio, è stato confermato – prosegue Abruzzese – che la località in questione rientra in un più ampio contesto archeologico noto sin dagli anni ’70. Nel 1976, infatti, l’allora Soprintendenza Archeologica della Calabria condusse i primi rilievi e ricognizioni nell’area. Successivamente, nel 1990, il professor Armando Taliano Grasso, nell’ambito del progetto Giacimenti Culturali, eseguì indagini più approfondite che portarono all’individuazione di resti strutturali e materiali pertinenti a una villa romana, databile tra l’età tardo-repubblicana (seconda metà del I sec. a.C.) e la prima età imperiale (prima metà del I sec. d.C.)».
«Parte del sito – aggiunge – è stata purtroppo compromessa dai lavori connessi alla realizzazione della linea ferroviaria e successivamente della Strada Statale 106 Ionica. Negli anni successivi, l’area è stata oggetto di prospezioni geofisiche condotte dalla Soprintendenza con l’ausilio di strumentazione D.S., che hanno consentito una più precisa definizione dei limiti del contesto archeologico. Tale sito è stato ufficialmente riconosciuto di interesse culturale con apposito decreto ministeriale dell’11 ottobre 1999».
«La dottoressa Verbicaro, in qualità di responsabile del procedimento, ha manifestato la massima disponibilità e collaborazione nel caso in cui si rendessero disponibili fondi utili ad approfondire le indagini archeologiche e ad avviare un processo di valorizzazione dell’area», afferma Abruzzese.
E conclude: «Alla luce di quanto sopra, il nostro circolo invita il sindaco del Comune di Calopezzati a farsi promotore presso il Ministero della Cultura e la Regione Calabria di una richiesta di fondi straordinari, finalizzati alla tutela, alla ricerca e alla valorizzazione di questo importante patrimonio storico-archeologico».