Dal cuore di Tropea alle Eolie, amori social e ricerca di sé nel romanzo del calabrese Fabio Cernuto
In “La dolce ossessione”, lo scrittore di Gioia Tauro racconta una passione nata. Un viaggio intimista tra solitudine e desiderio: «Non dobbiamo avere paura delle relazioni virtuali ma prima dobbiamo conoscere noi stessi»
Nel cuore di un’estate mediterranea, da Tropea alle isole Eolie, un artista e poeta intraprende un viaggio profondo dentro di sé. L’oggetto del suo amore resta lontano, conosciuto solo attraverso uno schermo. Mentre i sentimenti crescono nel vuoto dell’assenza, il dolore dell’attesa diventa la spinta per un’esplorazione intima: il passato familiare, l’abbandono materno, il silenzio di uno zio che custodisce un segreto struggente.
Tra lettere, visioni notturne e poesie, realtà e immaginazione si confondono, incrinando il confine tra sogno e verità.
La dolce ossessione è un romanzo d’amore psicologico e intimista, scritto in una lingua poetica e suggestiva. Parla di legami virtuali, di desideri profondi, della solitudine e del bisogno assoluto di essere visti, riconosciuti, amati.
Per chi ha amato senza essere ricambiato. Per chi crede ancora che l’amore possa cambiare tutto. Una storia senza etichette, in cui ogni lettore può riconoscersi, al di là del genere e dell’identità.
Abbiamo sentito l’autore Fabio Cernuto, poeta, romanziere e pittore, nato a Gioia Tauro nel 1990.
Perché la dolce ossessione? Che tipo di romanzo è?
È un romanzo intimista e psicologico. Il protagonista indaga, attraverso flussi di coscienza, lettere e poesie, la parte più nascosta della sua mente, fino ad arrivare all’anima. Tutto nasce da un forte desiderio verso una persona che, lentamente, diventa pensiero costante. Si rende conto che è amore quando la persona amata si allontana sempre di più, e con un altro uomo. A quel punto scatta la gelosia e il sentimento si amplifica, fino a diventare quasi un tormento, capace di togliergli le forze per vivere in modo normale. È così che si trasforma in un’ossessione. Ma resta qualcosa di “dolce”, perché narrata con un tono poetico. Le poesie, alla fine di ogni capitolo, rivelano che l’animo del narratore è oltre la semplice conquista romantica: ciò che cerca è una soddisfazione più elevata, una pace con l’io bambino.
Un amore nato sui social. Ma che amore può essere quello che nasce a distanza, in digitale, e che speranza può avere di crescere e radicarsi?
Un amore nato a distanza può essere l'inizio di qualcosa di reale. Si possono gettare basi solide, perché le fotografie e le storie sui social ci fanno entrare nella quotidianità dell'altro. È una rivoluzione bellissima: ciò che un tempo erano distanze insormontabili, oggi può essere a portata di mano. Ma il rischio è grande: l'idealizzazione. Spesso vediamo solo la parte più bella, o costruiamo nella mente un'immagine che non esiste. È quello che accade al protagonista: cade in una trappola virtuale. Non per colpa dell'altra persona, ma perché le proietta addosso tutti i suoi bisogni e le sue mancanze. Non dobbiamo avere paura dei social, ma conoscere prima noi stessi e le nostre ferite infantili. Solo così possiamo affrontare anche una relazione nata dietro uno schermo, che però ha bisogno di essere vissuta con sguardi veri, carezze, sussurri. Contatti senza barriere.
Quanto c’è di autobiografico? E ti è mai capitato un amore nato sui social?
Quando si scrive, si dipinge, o si immagina un film, l'autobiografia è sempre la fonte primaria da cui attingere. Ma non significa che fatti e personaggi siano la copia fedele della vita dell'autore. Chi è sensibile ed empatico trasforma anche le storie degli altri in "fatti di autobiografia", perché negli occhi altrui riconosce emozioni che diventano proprie. Il protagonista non sono io nelle azioni, ma lo sono nel sentire: il suo cuore, la percezione della bellezza della natura, la profondità delle emozioni. Uso i social, creo nuove conoscenze, ma cerco sempre la via dell'equilibrio.
Scrittore, poeta, pittore, un artista a tutto tondo. Ma in una società fredda, violenta, indifferente come la nostra, quanto conta la voce dell’anima, della cultura, della poesia?
La voce dell'anima è l'unica che conta, perché riguarda tutti noi. Eppure, oggi, ce ne dimentichiamo. Il mondo privilegia la superficialità e i rapporti di convenienza: mantenimento relazioni solo per utilità o per sentirci parte di ciò che "tutti fanno". Ma la verità emerge la sera, prima di addormentarci, e nei sogni: lì si mostra ciò che siamo, ciò che ci manca, ciò che ci ha ferito. Al mattino, però, torniamo alla routine meccanica e annebbiata. Invece, dovremmo fermarci. Ascoltare il mare, osservare le onde. Allora cominceremmo ad apprezzare la poesia, un bel quadro, il tempo che scorre senza fretta. E la nostra anima si arricchirebbe.
Fabio Cernuto dopo il diploma al liceo scientifico di Palmi, si dedica allo studio della regia e scrittura cinematografica. Poeta, romanziere e pittore, intreccia parola e immagine in un viaggio creativo che attraversa i territori dell'essenza, della bellezza e della memoria. Ha pubblicato la raccolta "Le onde del mare", il romanzo "Lettere a Sophia" e numerose poesie in riviste e antologie letterarie. Accanto alla scrittura, coltiva l'arte dell'acquerello e dell'illustrazione, con opere visibili sul sito: fabioart.it.