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21/12/2025 ore 17.10
Cultura

Deserto tra gli scaffali ma la lettura resiste, la voce di un libraio: «Sono presidi culturali in una città che fatica a crescere»

Silverio Curti, anima della Mondadori a Cosenza analizza i cambiamenti sociali, l’approccio alla lettura soprattutto da parte dei più giovani, il ruolo delle librerie oggi: «Fono fortunato e anche un po' folle nel credere ancora in questo mestiere»

di Francesco Perri

Le librerie italiane non sono più i luoghi affollati di un tempo. Gli ingressi diminuiscono, il tempo trascorso tra gli scaffali si accorcia e il gesto lento del cercare un libro sembra diventato un’abitudine rara. È una tendenza che i librai osservano da anni, spesso in silenzio, tra scaffali pieni e sale semivuote.

Anche a Cosenza il fenomeno è evidente. Silverio Curti, libraio della Mondadori cittadina dal 2002, conosce bene questo cambiamento. «I numeri ci dicono che le nuove uscite si susseguono a un ritmo vertiginoso, quasi duecento libri al giorno», spiega. «Un dato che farebbe pensare a una crisi irreversibile della lettura». Eppure, secondo Curti, il quadro non è solo negativo: «Esiste ancora un valore tenacemente culturale della lettura. Oggi leggere può rappresentare una silenziosa ma perentoria vendetta contro il grigiore di questi tempi».

Un mestiere che cambia

Viviamo in una società che consuma informazioni velocemente e premia l’immediatezza. Il libro, al contrario, chiede tempo, attenzione, concentrazione. Una richiesta che molti evitano. Non è solo una questione di abitudini: è un cambiamento profondo nel modo di rapportarsi alla conoscenza. E questo si riflette nelle librerie, che rischiano di trasformarsi in luoghi di passaggio, quando non in spazi vuoti.

Per questo, secondo Curti, il ruolo del libraio è cambiato: «Il mio obiettivo è riuscire a creare un’atmosfera rassicurante. Mi gratifica pensare alla libreria come a uno spazio di socializzazione sincero, un vero presidio culturale in una città che fa fatica a crescere». Non solo vendita, dunque, ma relazione, ascolto, presenza.

La sopravvivenza delle librerie

La sopravvivenza di una libreria non può però basarsi solo sui lettori forti. «Abbiamo uno zoccolo duro di lettori affezionati e molto aggiornati, che sono la nostra linfa vitale», racconta. «In un’idea romantica potrebbe bastare, ma non è così. A far crescere una libreria sono soprattutto i lettori meno forti, quelli occasionali. Sono loro che vanno conquistati con gentilezza, competenza e profondità di assortimento».

Qualcosa, comunque, si muove. Negli ultimi anni nuove fasce di pubblico hanno ricominciato a frequentare le librerie. «Le ragazze sono una presenza costante grazie alla letteratura romance e fantasy», osserva Curti. «I ragazzi invece amano i manga giapponesi. Non sarà alta letteratura, ma almeno sono tornati a entrare in libreria». Un segnale piccolo, ma significativo: il libro cambia forma, ma non scompare.

Anche il sostegno delle istituzioni locali può fare la differenza. «L’attuale amministrazione comunale si sta dimostrando attenta al mondo dei libri, offrendo il patrocinio per le presentazioni», spiega il libraio. Eventi, incontri con gli autori, occasioni di dialogo restano strumenti fondamentali per tenere viva l’attenzione sulla lettura.

Quando gli si chiede quali libri abbiano segnato il suo percorso, Curti cita titoli diversi tra loro, ma accomunati da una forte impronta formativa: Zanna Bianca di Jack London, Il giovane Holden di Salinger, Nati due volte di Giuseppe Pontiggia, Cuore di cuoio di Cosimo Argentina. Libri che, come lui stesso dimostra ogni giorno, continuano a parlare a chi è disposto ad ascoltare.

«Cerco di dare il meglio che posso», conclude. «Consapevole di essere fortunato — e forse un pochino folle — a credere ancora in questo lavoro».