Epica, non tipica: viaggio nella Calabria terra di filosofi, santi e poeti che hanno lasciato il segno
Da Pitagora a Campanella, da Gioacchino da Fiore a Telesio: una terra di pensiero, visioni e spiritualità che hanno lasciato segni profondi nella storia europea. Più che mai, oggi è urgente liberare questa regione dallo stereotipo che la riduce a folclore, cibo e cartoline
Per troppo tempo, la Calabria è stata raccontata con lo sguardo corto del folklore alimentare. ‘Nduja, soppressata, caciocavallo, peperoncino, cipolle di Tropea, patate della Sila, cedri della Riviera: eccellenze gastronomiche, senza dubbio. Ma ridurre una regione millenaria a un paniere di sapori, per quanto prelibati, è una semplificazione che ne mortifica l’anima.
La Calabria non è solo terra di gusto: è terra di pensiero, di visione, di spiritualità. È una terra che ha generato filosofi, mistici, poeti, santi e rivoluzionari del pensiero che hanno lasciato impronte profonde nella storia europea. E oggi, più che mai, è urgente restituirle il suo posto nella mappa della cultura italiana e mediterranea.
Siamo nel VI secolo a.C., quando Pitagora, proveniente da Samo, sceglie di stabilirsi a Crotone, allora potente colonia della Magna Grecia. Qui fonda una scuola filosofica che non è solo un’accademia matematica, ma una comunità iniziatica, una vera e propria scuola di vita. La filosofia pitagorica fonde scienza, etica, religione e politica: la matematica diventa linguaggio del cosmo, la musica una via per l’armonia dell’anima, la giustizia un principio universale.
Pitagora e i suoi discepoli pongono le basi della filosofia occidentale ben prima di Platone e Aristotele. Parlano di metempsicosi, di equilibrio tra corpo e spirito, di armonia delle sfere. In Calabria nasce così uno dei primi e più potenti tentativi di unire ragione e spiritualità in una visione integrale dell’esistenza.
Gioacchino da Fiore: il profeta dell’età dello Spirito
Salendo di quindici secoli, arriviamo a Gioacchino da Fiore (1130-1202), abate e teologo visionario nato a Celico, in provincia di Cosenza. Figura complessa e rivoluzionaria, Gioacchino è noto per la sua interpretazione della storia come successione di tre età.
Gioacchino non fu un eretico, ma un mistico riconosciuto dal papato, eppure le sue idee influenzarono i movimenti pauperistici medievali, l’escatologia cristiana e persino pensatori moderni come Hegel e Marx. La sua visione di una società futura guidata dallo Spirito anticipa concetti oggi centrali nel dibattito filosofico e teologico. Scrive Merežkovskij, il padre del simbololismo russo: “In Calabria, ai tempi di Gioacchino, si respirava un'aria di universalità come forse in nessun'altra terra del mondo cristiano. I monaci di quei conventi montani potevano spingere lo sguardo non solo verso la metà occidentale del mondo cristiano, ma anche verso quella orientale; non solo, cioè, verso l'unità passata, ma anche verso l'unità futura dell'umanità cristiana nella
Chiesa universale”.
Bernardino Telesio
Nel pieno Rinascimento, tra le mura di Cosenza nasce Bernardino Telesio (1509-1588), uno dei primi a sfidare l’autorità dogmatica di Aristotele. Con l’opera De rerum natura iuxta propria principia, Telesio afferma che la natura va compresa partendo dalla sua stessa realtà, non da principi astratti.
Il suo pensiero, empirico e razionale, apre la strada alla rivoluzione scientifica e influenzerà profondamente Giordano Bruno, Tommaso Campanella e persino Francis Bacon. Telesio fonda una nuova idea di sapere: un sapere che si fonda sull’esperienza, sull’osservazione, sulla libertà intellettuale.
Tommaso Campanella
Nato a Stilo nel 1568, Tommaso Campanella è il simbolo del filosofo resistente. Ribelle contro il dominio spagnolo, incarcerato per 27 anni, Campanella scrive in cella la Città del Sole, un’utopia che immagina una società egualitaria e razionale, guidata dalla conoscenza e non dal potere.
È un precursore del socialismo, della libertà di pensiero, della dignità dell’uomo. Scrittore fecondo, mistico e politico, Campanella incarna la Calabria che non si piega, che sogna e lotta. È la voce profonda di un Sud che non si arrende all’oblio.
Una terra di santi, poeti e visionari
La Calabria è anche terra di santi popolari e spiritualità viva: da San Francesco di Paola, fondatore dell’Ordine dei Minimi, patrono della gente di mare, a figure meno conosciute ma radicate nella devozione popolare e nella carità sociale. È terra di poesia vernacolare e colta, da Franco Costabile a Corrado Alvaro, da Leonida Repaci a Saverio Strati. È terra di tradizioni antiche, di tarantelle e riti arborei, di oralità e memoria tramandata, di lingue minoritarie e resilienza culturale. Per arrivare ai giorni nostri, in un piccolo borgo dell’Alto Crotonese si tiene da circa 15 anni il premio letterario Caccuri, uno dei più importanti a livello internazionale.
Riscoprire la Calabria, oltre gli stereotipi
Oggi è urgente liberare la Calabria dallo stereotipo che la vorrebbe solo folclore, solo cibo, solo cartolina. È giusto valorizzare la gastronomia, il paesaggio, i prodotti tipici. Ma è doveroso raccontare anche l’altra Calabria: quella che ha generato idee, rivoluzioni del pensiero, eresie benefiche, intuizioni spirituali e scientifiche. È tempo che questa regione venga finalmente riconosciuta non solo per ciò che produce, ma per ciò che ha pensato, immaginato, costruito nel corso dei secoli.
Una Calabria che non sia più solo “tipica”, ma anche “epica”.
Una terra che non si assaggia soltanto, ma si legge, si studia, si comprende.
Una terra che ha ancora molto da insegnare.