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13/04/2025 ore 19.50
Cultura

Il Codice Proibito, il thriller storico di Marco Letizi che sfida fede e scienza

L’autore ci guida tra misteri, rivelazioni e intrighi vaticani in un romanzo ispirato al manoscritto Voynich: «Tre anni di ricerche per raccontare ciò che potrebbe cambiare la storia»

di L.F.

Il Codice Proibito (Santelli Editore, 2025), di Marco Letizi. Tra storia, leggenda e malvagità. Un codice che scatena una reazione violenta da parte di tanti, disposti a tutto pur di averlo. Ne parliamo con l’autore Marco Letizi.

Il Codice Proibito, un romanzo che appassiona.
«Il romanzo si sviluppa come un thriller storico che ruota attorno a un misterioso manoscritto, il Codice Voynich, capace di minare dalle fondamenta le certezze della Chiesa. La narrazione si snoda attraverso epoche diverse, intrecciando scienza e fede, potere e conoscenza, in una vicenda ricca di riferimenti storici e colpi di scena. Uno dei protagonisti principali, Giuseppe Petrucci, si trova coinvolto in una lotta segreta per la sopravvivenza del manoscritto, che nasconde rivelazioni dirompenti. Il manoscritto proibito diventa il fulcro attorno a cui ruotano tutte le vicende, dai complotti ecclesiastici ai dilemmi morali dei personaggi».

Partiamo dall’epoca? E dove ci troviamo
«Il romanzo si apre con la scoperta del codice nel 1912 in un collegio dei gesuiti alle porte di Roma. Il corpo centrale si sviluppa nella Roma del ‘600, con alcune scene ad Amsterdam e ad Amburgo. C’è poi un flashback in un castello della Val d’Aosta del XV secolo. L’epilogo segue la vita del manoscritto e quella dei personaggi descritti nel romanzo fino ai nostri giorni con il manoscritto che, per ragioni ancora poco chiare, finisce nel caveau blindato della Beinecke Rare Book and Manuscript Library dell’Università di Yale».


Tutto comincia da un manoscritto del XV secolo trovato a Villa Mondragone, un collegio dei gesuiti alle porte di Roma.
«Nel 1912, il collezionista e libraio polacco Wilfrid Voynich, grazie all’intermediazione del gesuita Joseph Strickland, si reca presso il collegio dei gesuiti di Villa Mondragone, alle porte di Roma. Lo scopo del collezionista è di acquistare, nella più assoluta riservatezza, una selezione di libri antichi facenti parte della biblioteca del collegio».

Una volta decifrato il manoscritto, vengono alla luce segreti così potenti da demolire le fondamenta della Chiesa del ’600?
«Attraverso esperienze sovrannaturali, l’antiquario realizza che il manoscritto rappresenta un vero e proprio portale capace di consentire all’umanità di accedere a una serie di misteri e che avrebbe potuto fornire la chiave per conoscere le origini e il destino dell’universo. L’intreccio del romanzo si sviluppa nel ‘600 quando un geniale gesuita, Athanasius Kircher, entrato in possesso dell’originale del manoscritto, riesce a decodificarne parzialmente solo alcune parti, portando alla luce segreti mai svelati, in grado di demolire le già deboli fondamenta della Santa Romana Chiesa. Papa Alessandro VII, terrorizzato dal contenuto della decodifica parziale di Padre Athanasius, sguinzaglia l’Entità - il temuto e spietato servizio segreto vaticano - per trovare la copia originale del manoscritto e seppellirlo per sempre nell’archivio segreto del Vaticano».

L’indagine sul manoscritto diventa una vera e propria ricerca esistenziale per i protagonisti e per i lettori. Questo cosa significa? Dove porta?
«Il tema principale dell’opera è la dicotomia tra fede e scienza, declinata attraverso il mistero del Codice Voynich e il suo contenuto rivoluzionario. Tra complotti, fughe e incontri pericolosi, il romanzo esplora il confine tra verità e manipolazione della conoscenza, offrendo una riflessione su libero arbitrio e destino. Il romanzo pone questioni filosofiche e teologiche profonde: riporto quelle, a mio parere, più significative. Libero arbitrio vs destino; gli uomini sono artefici del proprio destino o eseguono inconsapevolmente un disegno superiore? Potere e conoscenza: la verità deve essere rivelata a tutti o è pericoloso divulgarla?
Rapporto tra scienza e fede: la religione è un’interpretazione umana o una rivelazione assoluta?»

Come nasce l’idea del Codice Proibito? In quanto tempo è stato scritto?
«Volevo scrivere un romanzo ed ero alla ricerca di una storia che potesse meravigliarmi e meravigliare i lettori. E mi sono imbattuto nel Codice Voynich, un codice enigmatico che molti anni fa ha catturato l’attenzione di uno dei più grandi scrittori italiani. Umberto Eco.
Cosa ci fa un polveroso manoscritto del XV secolo nel caveau blindato della Beinecke Rare Book and Manuscript Library dell’Università di Yale? Perché un manoscritto dal linguaggio incomprensibile non si trova insieme a tutti gli altri libri e manoscritti rari in visione al pubblico? Sono stati questi gli interrogativi che mi hanno spinto a scrivere il romanzo».

Un lavoro lungo e impegnativo.
«Tre anni di studio matto e disperatissimo per studiare la storia e il contenuto del manoscritto - quanto meno ciò che le indagini tecnico-scientifiche sono riuscite a disvelare - nonché i personaggi storici che, a vario titolo, sono entrati in contatto con il manoscritto. Il backbone del romanzo è costituito dai fatti storicamente documentati e dalle vicende di alcuni personaggi storici le cui vite hanno intersecato quella del manoscritto. Nel romanzo elaboro una serie di scenarizzazioni a metà strada tra realtà e finzione - che tuttavia si fondano su informazioni storiche che ho acquisito nel corso della meticolosa ricerca storica - che tentano di spiegare la vita del manoscritto in quei periodi storici in cui lo stesso fa perdere le sue tracce e di far luce su accadimenti controversi sempre riferiti al misterioso codice».