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28/07/2025 ore 08.05
Cultura

Il deserto dei Tartari, un romanzo inossidabile che scava l’animo umano e sfida il tempo

Il capolavoro pubblicato nel 1940 consacrò a pieno titolo Dino Buzzati tra i grandi scrittori italiani del ‘900

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Pubblicato nel 1940, “Il deserto dei tartari” fu il capolavoro che consacrò a pieno titolo Dino Buzzati tra i grandi scrittori italiani del ‘900. Romanzo che ha saputo resistere al tempo e che è rimasto sempre attuale, offre al lettore ampi spunti di riflessione nella sua atmosfera misteriosamente fatata. Protagonista è il giovanissimo ufficiale Giovanni Drogo, il quale viene inviato alla “Fortezza Bastiani”. Avamposto ai confini nord di un regno immaginario, la Fortezza sorge in una sconfinata pianura lontana dalla città detta per l’appunto, il deserto dei Tartari. Qui dove giunge dopo un lungo e difficile viaggio a cavallo, Drogo ed i suoi compagni di ventura attendono una fantomatica invasione da parte dei Tartari come ormai non si vede più da lungo tempo.

Eppure i Tartari non si lasciano vedere mai. In tutto ciò, fra illusioni e piccoli eventi legati tra loro da un filo sottile, l’esistenza degli abitanti nella Fortezza scorre in maniera sospesa. A tratti si potrebbe dire in una parola, apparentemente monotona. Solo una disciplina militare ostinata funge da metronomo al tempo che passa mentre la vana speranza che i soldati nutrono nella battaglia, la quale pensano possa fare di loro degli eroi, naufraga sempre di più. Eppure essa diventa ragione di vita soprattutto per Drogo, il quale dopo un’agognata offerta di trasferimento in città, quando finalmente giungerà, la rifiuterà senza esitazioni per rimanere in quel posto dove ormai ha trascorso già gran parte della sua vita ed è diventato ciò che è.

“Il deserto dei tartari” è un’opera che ha la grande capacità di scavare nell’animo umano. Al centro di essa vi sono principalmente le tematiche della solitudine, della fugacità del tempo e dell’illusione. Il protagonista in questo contesto non è altro che un uomo essenziale che per seguire quello che in fondo è anche il sogno dal retrogusto vanaglorioso di tutti i suoi commilitoni, sacrificherà tutto fino a perdere persino sé stesso.

Invece la Fortezza rappresenta la vita con le sue scelte, attese, gioie e tristezze quotidiane. L’idea di scrivere “Il deserto dei Tartari”, ebbe a dire durante un’intervista Dino Buzzati il quale a quei tempi lavorava come giornalista per “Il corriere della Sera”, nacque: “Dalla monotona routine redazionale notturna che facevo a quei tempi. Molto spesso avevo l'idea che quel tran tran dovesse andare avanti senza termine e che mi avrebbe consumato così inutilmente la vita. È un sentimento comune, io penso, alla maggioranza degli uomini, soprattutto se incasellati nell'esistenza ad orario delle città. La trasposizione di questa idea in un mondo militare fantastico è stata per me quasi istintiva”. Encomiabile e significativa è la scrittura dell’autore bellunese il quale riesce a dare alla trama una sempre nuova suspense che sa mantenere con il fiato sospeso pagina dopo pagina nonostante la sua semplicità e le sue incantevoli atmosfere ferme solo in parvenza. Al lettore il finale lascerà tanti spunti di riflessione perché “Il deserto dei tartari” non è solo un semplice appassionante romanzo che non invecchierà mai, ma è molto di più. È uno di quei libri che sa farsi amare e che troverà sempre uno spazio privilegiato nelle librerie di chi lo ha letto.