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12/10/2024 ore 21.04
Cultura

La costumista Esposito a Bova: «La ricostruzione dell’antico abito grecanico è un’operazione fondamentale per la nostra cultura»

La professionista, catanzarese di nascita, ha partecipato al convegno sulla valorizzazione delle minoranze linguistiche calabresi targato Diemmecom

di Franco Laratta

Silvana Esposito, catanzarese di nascita, costumista e truccatrice professionale. Un percorso eclettico che la ha portata a diventare uno dei creativi più attivi nonché vicepresidente di Compagnia Teatrale BA17. Silvana ha seguito ed è intervenuta alla due giorni di Bova, più precisamente al convegno sulla tutela delle minoranze linguistiche calabresi.

Due giorni interi a Bova con tutte le minoranze linguistiche e culturali della Calabria, ed è la prima volta che accade.
«Essere a Bova per due giorni, insieme a tutte le minoranze linguistiche e culturali della Calabria, è un'esperienza straordinaria e storica. È un momento di grande significato perché rappresenta la prima volta che queste comunità si riuniscono in modo così concreto e visibile. Questa iniziativa non solo celebra la diversità culturale della Calabria, ma offre anche l'opportunità di scoprire e riscoprire tradizioni, lingue e storie che per troppo tempo sono rimaste nell'ombra. Vivere insieme, condividere esperienze e mettere in luce le peculiarità di ciascuna minoranza è fondamentale per costruire un futuro di inclusione e rispetto reciproco. Attraverso laboratori, spettacoli e discussioni, possiamo creare un dialogo autentico, unendo le forze per preservare il nostro patrimonio culturale».

Un'interessante operazione che si sta facendo è quella di ricostruire l'antico abito grecanico, del quale a noi è arrivato poco. Questa sarebbe una grande operazione culturale.
«Assolutamente, la ricostruzione dell'antico abito grecanico è un'operazione di fondamentale importanza per la nostra cultura. Non solo si tratta di un omaggio alle radici storiche della comunità grecanica, ma anche di un modo per rivitalizzare e valorizzare una tradizione che rischia di scomparire. Gli abiti non sono solo indumenti; sono portatori di storie, simboli di identità e segni distintivi di una cultura che ha saputo resistere nel tempo. Attraverso questo progetto, possiamo non solo recuperare tecniche e materiali tradizionali, ma anche coinvolgere le nuove generazioni, rendendole partecipi di un patrimonio che le riguarda direttamente».

La riscoperta dell'abito grecanico  è quindi qualcosa di estremamente importante.
«Si, potrebbe stimolare un rinnovato interesse per le tradizioni locali e creare occasioni di confronto e dialogo tra le diverse minoranze culturali della Calabria. In definitiva, questa iniziativa rappresenta un grande passo verso la valorizzazione della nostra identità culturale e il rafforzamento del senso di comunità»,

La ricerca storica per la ricostruzione dell'abito tradizionale grecanico è un processo multidisciplinare molto affascinante
«Stiamo esaminando fonti storiche, documenti, fotografie d'epoca e testimonianze orali per comprendere le caratteristiche degli abiti tradizionali e il contesto in cui venivano indossati. Questo ci aiuta a ricostruire non solo il design, ma anche il significato culturale di ciascun elemento».

L’obiettivo di tutto questo lavoro è chiaro.
«Il nostro obiettivo è creare un progetto che non solo rispetti la storicità di queste tradizioni, ma che possa anche rinnovarle e rilanciarle nel presente. In questo modo, speriamo di contribuire alla valorizzazione della cultura grecanica e di coinvolgere le nuove generazioni in un dialogo attivo con il nostro patrimonio».

Le antiche usanze, le nostre tradizioni, la nostra storia millenaria. Da Bova è emerso quello che si può fare per evitare che tutto questo possa scomparire.
«È fondamentale adottare un approccio proattivo e coinvolgente. Dobbiamo prima di tutto valorizzare e promuovere il nostro patrimonio culturale attraverso iniziative che coinvolgano le comunità locali, come festival, laboratori e programmi educativi. Questo non solo aiuta a mantenere vive le tradizioni, ma stimola anche l’interesse delle nuove generazioni. Inoltre, è importante creare opportunità di sviluppo economico che possano trattenere i giovani e invogliarli a restare nei propri territori. Progetti che valorizzano l'artigianato locale, il turismo culturale e la sostenibilità possono offrire nuove prospettive e posti di lavoro, contribuendo a contrastare lo spopolamento. Preservare ciò che resta delle tradizioni, della lingua e degli abiti delle comunità grecaniche, occitane e arbëreshë è di vitale importanza».

Questi elementi sono testimonianze vive della storia e dell'identità calabrese. 
«Ogni aspetto, dalla lingua ai costumi, racconta storie di resilienza e diversità che ci uniscono come comunità. Lo spopolamento rappresenta una minaccia concreta per la nostra storia, le nostre lingue e le tradizioni. Quando le comunità si riducono o si spopolano, spesso si perde il passaggio di conoscenze e pratiche culturali da una generazione all'altra. Le lingue minoritarie, in particolare, possono subire un’erosione significativa, poiché vengono parlate sempre meno e i giovani tendono a utilizzare lingue più diffuse».

Inoltre, l’abbandono delle aree rurali e dei piccoli centri porta a una diminuzione della vitalità culturale
«Senza un numero sufficiente di persone che praticano e celebrano le tradizioni locali, c'è il rischio che queste finiscano nel dimenticatoio. Per contrastare questa tendenza, è essenziale investire nel rilancio delle comunità, creando opportunità di lavoro e incentivando i giovani a restare o tornare nei luoghi di origine»

Detto in estrema sintesi 
«In sintesi, la chiave è l'inclusione e la valorizzazione: se riusciremo a far sentire tutti parte di questa missione, potremo preservare ciò che ci rende unici e forti come comunità».

Ci sono cose importanti da fare per recuperare le nostre tradizioni e la cultura delle minoranze linguistiche. Per evitare che se ne perda la memoria.
«Innanzitutto è fondamentale recuperare e documentare le lingue, i dialetti e le storie orali che rappresentano un patrimonio unico. 
La creazione di archivi audio e video, in cui le persone della comunità raccontano le loro esperienze, può essere un passo importante per preservare queste voci. In secondo luogo, è necessario riscoprire e promuovere le pratiche artigianali e i mestieri tradizionali, come la tessitura, la lavorazione del legno o la cucina tipica. Organizzare corsi e laboratori può non solo coinvolgere le nuove generazioni, ma anche trasmettere tecniche e conoscenze che altrimenti andrebbero perse. La collaborazione tra istituzioni, associazioni e cittadini è essenziale».

L'educazione è cruciale. 
«Integrare la storia e le tradizioni delle minoranze linguistiche nei programmi scolastici può contribuire a creare consapevolezza e rispetto per queste culture fin dalla giovane età. Solo attraverso un impegno collettivo possiamo garantire che queste tradizioni continuino a vivere e ad arricchire la nostra identità calabrese».