Leggiamo Corrado Alvaro insieme: tanto per cominciare
In Calabria lo scrittore nato a San Luca è più nominato che letto, al contrario di quanto avviene in Europa e nel mondo, dove è riconosciuto come un grande del Novecento. Oggi l’ingresso nei programmi scolastici e il (quasi) 70° anniversario della morte offrono l’occasione di riscoprirne l’opera
Esistono gli scrittori-icona: legati a un paese, a una regione, in modo automatico, in Italia e nel mondo. La Calabria è associata sempre, e dovunque, a Corrado Alvaro: uno scrittore ormai entrato nella classicità del Novecento. Nato a San Luca, ha compiuto un volo prodigioso: dal suo paese, arroccato alle falde dell'Aspromonte, è emigrato quando non aveva neppure dieci anni, con ritorni sempre più diradati nel tempo, divenendo redattore, collaboratore e inviato speciale dei maggiori quotidiani italiani (sono circa tremila gli articoli che ho finora registrato). È stato un grande novelliere, secondo solo a Pirandello, suo padre elettivo; e romanziere, poeta, critico letterario e teatrale e cinematografico, e poi anche drammaturgo e sceneggiatore cinematografico. Un grande e complesso scrittore: in lui convivono in un unico sistema circolatorio tradizione e modernità. La Calabria è stata l'universo in cui ha compiuto le sue scoperte infantili, quelle che ci segnano per sempre. E la Calabria è stata la sua stella polare quanto più ― come oggi ― il mondo si faceva buio: una bussola, un sistema di valori, un mito cui tenersi legati, per non smarrirsi nella bufera della Storia. E c'era la contemporaneità: da indagare, da comprendere, come ha fatto superbamente, su ciò che stava avvenendo in Italia e nel mondo. È questo il segreto della grande arte alvariana: il passato per comprendere il presente, per leggere il futuro.
In Calabria Alvaro è più nominato che letto, al contrario di quanto avviene in Europa e nel mondo. Lo sappiamo: la nostra regione ha gli indici di lettura tra i più bassi in Italia e in Europa (e sarebbe da stupirsi solo se fosse il contrario, per tutto quello che ha subìto da uno Stato troppo lontano, troppo assente, se non nella repressione). La presenza di Alvaro nella memoria collettiva sembra avere innescato un meccanismo perverso: non si ha bisogno di leggerlo, di conoscerlo. Sì, lo si cita, ma non si è letta, distrattamente, che qualche sua pagina. O magari la si è letta di straforo, a scuola, grazie a qualche docente illuminato, quasi nascostamente.
La notizia è di ieri: grazie a un martellamento trentennale, con Giusi Staropoli Calafati come playmaker, e grazie all'intervento del presidente Occhiuto sul ministro Valditara, Alvaro è entrato finalmente fra gli autori compresi nelle linee-guida del Ministero dell'Istruzione. Dunque, lo si potrà leggere a scuola, non nascostamente. Sarà un modo per congiungere virtuosamente letteratura e territorio, identità e futuro. Non a caso, nel 1925, Alvaro ha scritto con amore uno splendido sussidiario scolastico, La Calabria, che la Fondazione a lui intitolata ha ristampato vent'anni fa: un atto d'amore per la sua terra, per la sua fonte di ispirazione, per la presenza di un mondo che ha avuto dentro, sempre, fino al giorno fatale del giugno 1956, quando un tumore lo ha ucciso.
Alvaro non deve essere solo un monumento: è un grande scrittore, più che mai vivo, e di respiro mondiale. Come tutti coloro che lo sono stati nella nostra letteratura, ci aiuta a leggere il presente e a progettare il futuro. Ma dobbiamo leggerlo: è il momento più favorevole. Quest'anno, il 130° dalla sua nascita, è passato tristemente nel silenzio. Per vicende note, su cui non voglio tornare, la Fondazione Alvaro è stata ridotta al silenzio, colpevolmente; e la crisi regionale ha fatto il resto. Ma il 2026 è anche il 70° dalla sua morte; e segna la scadenza dei diritti editoriali. Alvaro potrà essere stampato a volontà; e lo sarà. Molto probabilmente l'anniversario coinciderà con l'istituzione di una Edizione nazionale di tutta l'opera alvariana (la prima per un autore calabrese; e sarebbe un evento storico): stampata da una casa prestigiosa come «La Nave di Teseo» e con una prestigiosa edizione digitale, aperta a tutti. Inoltre il Centro internazionale di studi «Corrado Alvaro» ha presentato un piano organico di celebrazioni alla Regione Calabria, così come si è fatto in Sicilia per Camilleri e, l'anno prossimo, per Pirandello. Sarà pubblicata, avendo come editore «La Città del Sole», una rivista digitale, «Alvariana», già in preparazione; e ci sarà una collana dallo stesso titolo, economicissima (prima uscita, Gente in Aspromonte), che consentirà ad Alvaro di essere letto per ciò che ha scritto, finalmente. In Italia e all'estero i soci del Centro internazionale, tutti accademici di rilievo, stanno preparando nelle loro sedi incontri e convegni e manifestazioni; e una rivista prestigiosa, «Critica letteraria», dedicherà interamente un suo numero a una raccolta di saggi su Alvaro.
Forte di trent’anni di studi su Alvaro, punteggiati da monografie ed edizioni circolanti in tutto il mondo, io ho proposto a LaC, che subito ha meritoriamente accolto il progetto, di celebrare questo anniversario, il 70° dalla morte, nel modo che più sarebbe piaciuto ad Alvaro. Come? Con uno strumento per leggerlo, che è un invito a conoscerlo in ciò che ha scritto. Un Alvaro a settimana, un’opera a volta, delineata e analizzata: una dopo l’altra, seguendo la cronologia delle edizioni (e con qualche parca annotazione biografica). Lo farò in un modo semplice e divulgativo, quanto più è possibile, ma senza rinunciare al rigore scientifico. Settimana dopo settimana, si snoderanno tutte le sue opere; e alla fine, chi raccoglierà gli interventi, avrà a sua disposizione una piccola monografia alvariana. Uno strumento per studenti e docenti e lettori: cento, mille, diecimila, come mi auguro. Lode a LaC, dunque, e al suo direttore e al suo editore, che hanno reso possibile questa iniziativa. Aperta a tutti, perché Alvaro deve essere di tutti. Si parte, la settimana prossima, da Polsi nell'arte, nella leggenda, nella storia: Alvaro l’ha scritta quando era ancora studente liceale, nel 1912. Aveva diciassette anni.
La scheda di Aldo Maria Morace:
Aldo Maria Morace (Reggio, 1950), già ordinario di letteratura italiana, preside della Facoltà di Lettere, Prorettore alle Opere edilizie dell’ateneo e Direttore del Dipartimento di Scienze Umanistiche e Sociali nell’Università di Sassari, è presidente delle Commissioni per le Edizioni Nazionali dell’Opera Omnia di Luigi Pirandello e Grazia Deledda, di Luigi Capuana e Federico De Roberto, nonché membro di quella di Torquato Tasso. È presidente del Centro Internazionale di Studi «Corrado Alvaro» e coordinatore del gruppo di ricerca sugli Illuministi meridionali. Segretario emerito dell’Associazione degli Italianisti e presidente della sezione narrativa del Premio letterario Deledda, è Accademico dell’Arcadia (con il nome di Palladio Mesoleo); collabora alla Enciclopedia Treccani e, per divulgazione, a LaC Tv.
Ha pubblicato circa centocinquanta saggi scientifici e una quarantina di volumi – fra monografie e curatele – su autori, testi e tematiche che vanno da Dante alla contemporaneità. Gli ultimi due volumi pubblicati sono Protostoria del romanzo storico, Napoli, La Scuola di Pitagora, 2023; e «Un’altra via in arte». Saggi pirandelliani, Pisa, ETS, 2024. Secondo una rivista americana è da annoverare fra i dieci maggiori italianisti viventi al mondo; ed è il massimo studioso di Corrado Alvaro, sul quale ha scritto una ventina di saggi scientifici e dodici volumi.
Nel novembre 2023, a capo della delegazione ad hoc, ha donato i volumi della Edizione Nazionale Pirandello al Capo dello Stato, che ha espresso la sua ammirazione e ha ringraziato «a nome della Repubblica» per il lavoro compiuto. Il 15 dicembre dello stesso anno ha ricevuto il Premio Pirandello 2023, quale migliore studioso dell’autore più studiato al mondo; e il 7 settembre 2025 è stato insignito del premio Demetra.