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28/06/2025 ore 21.02
Cultura

“Tutta questa felicità”, la Ubik di Catanzaro diventa un rifugio emotivo insieme a Roberto Emanuelli

Lo scrittore romano ha trasformato la presentazione del suo nuovo libro edito da Feltrinelli in un incontro autentico e partecipato: emozioni riportate su fogli bianchi, storie condivise, applausi che curano

di Redazione Cultura

Non è stata una semplice presentazione, ma un viaggio collettivo dentro le cicatrici dell’anima. Nei giorni scorsi la libreria Ubik di Catanzaro ha ospitato Roberto Emanuelli per far conoscere il suo nuovo romanzo “Tutta questa felicità”. E già dal titolo si avverte il paradosso: perché per arrivare a parlare di felicità, bisogna attraversare tutto il resto. Anche la fine. Anche il dolore.

Ogni sedia occupata, ogni sguardo acceso. La serata è stata introdotta dalla giornalista Antonia Opipari, ma ben presto il ritmo lo ha dettato lui, Emanuelli, con quella naturalezza empatica che lo contraddistingue. Ha preso in mano la situazione con un’intenzione chiara, forte, non retorica: parlare delle relazioni tossiche non nel loro farsi, ma nel loro disfarsi. Non nell’incendio, ma tra le ceneri. Non nel caos, ma nel silenzio che rimane dopo. E lo ha fatto suscitando anche qualche sorriso, perché sorridere del dolore significa riconoscerlo, attraversarlo e, alla fine, ritrovarsi oltre.

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Nato a Roma nel 1978, Roberto Emanuelli ha studiato Lettere e ha trovato nella scrittura la sua forma più autentica di espressione. Tra le sue opere più amate: E allora baciami (Rizzoli, 2017), Buonanotte a te (Rizzoli, 2018), Tu, ma per sempre (Rizzoli, 2019), Adesso lo sai (DeA Planeta, 2020), Volevo dirti delle stelle (DeA Planeta, 2021), Quando tutto sembra immobile (Feltrinelli, 2022), Tutta la verità, nient’altro che una bugia (Feltrinelli, 2023), Ora amati (Feltrinelli, 2024). Titoli che lo hanno portato ad avere migliaia di follower sui social (200 mila su Instagram e 500 mila su Facebook).

«Come ci si sente davvero quando una relazione tossica finisce?» – ha chiesto all’inizio, rivolgendosi direttamente al pubblico. Non era una domanda retorica. Non cercava consensi; cercava verità. E per trovarla, ha coinvolto i presenti. Ha distribuito fogli bianchi, semplici ma complicati, come le confessioni che da lì a poco li avrebbero riempiti: un’emozione, uno stato d’animo, un pensiero. Qualcosa da dire, finalmente, senza vergogna.

Quando ha iniziato a leggerli, uno ad uno, la libreria si è trasformata. Da luogo di ascolto è diventata spazio di scambio, di empatia, di inclusione. Le persone, una dopo l’altra, hanno raccontato frammenti di sé, mentre le altre ascoltavano in silenzio, con quel rispetto che solo il dolore condiviso riesce a generare. Non applausi di circostanza, ma applausi veri, che sanno di riconoscimento e sollievo. Racconto dopo racconto, il filo invisibile delle emozioni ha unito sconosciuti, dando voce a ciò che spesso rimane taciuto.

“Tutta questa felicità”, allora, si è rivelata un titolo che sa di conquista. Perché prima della felicità c’è l’accettazione, il passaggio attraverso ciò che fa male. E in questa serata catanzarese, Emanuelli ha dimostrato che anche un libro può essere un abbraccio, che una libreria può diventare un rifugio. E che scrivere – e parlare – di dolore può essere, alla fine, l’atto più luminoso che c’è.