Un caffè con Shelley e Byron: Cosenza come un sogno letterario tra storia millenaria, poesia e suggestioni
Un viaggio immaginario tra caffè storici, vicoli e piazze antiche, dove grandi figure della letteratura ottocentesca si intrecciano alla storia del borgo antico, trasformando la città in un luogo sospeso tra ricordo, bellezza e malinconia
Immaginiamo seduti a questo tavolino intellettuali dell’800, come Mary Shelley e Lord Byron, mentre sorseggiano un caffè e condividono una Varchiglia. Dinanzi a loro, Cosenza in tutta la sua bellezza. Un corso antico, diviso da case e attività ormai sconosciute. Una cattedrale, a pochi passi dall’antico Caffè Renzelli, illumina la piazza centrale con le gesta di Federico II e del suo sfortunato figlio Enrico. I passi lenti di vescovi e cardinali che hanno celebrato messa tra le grandi mura della cattedrale.
L’immagine di un sogno: un tavolino che trasmette ancora i suoni di un teatro senza tempo, il Rendano. Accompagnato, quest’ultimo, dalla saggezza di Telesio, che protegge le menti di una città millenaria.
Il caffè è finito. Mary Shelley si allontana: ha ancora molte pagine da scrivere. Il suo libro sui fantasmi è ormai un libro sui ricordi e sulle fragilità dell’uomo. Mentre Lord Byron abbraccia la sua amante tra i vicoli di Cosenza.
Le sedie rimaste vuote conservano ancora il calore dei loro discorsi. Sul tavolino, il fondo delle tazzine emana un buon profumo, come se anche il caffè avesse voluto lasciare un segno prima di dissolversi.
È quasi sera. Cosenza, in silenzio, custodisce tra le luci dei lampioni e le ultime foglie sulle panchine i colori e i suoni del suo tempo.