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29/12/2025 ore 12.23
Economia e lavoro

«Al Capodanno Rai si brindi con le bollicine made in Calabria»: Coldiretti rilancia lo spumante regionale tra identità e qualità

L’associazione degli agricoltori sponsorizza i vini frizzati calabresi affinché vengano stappati la notte di San Silvestro. Produzioni ancora di nicchia ma sempre più riconosciute, con l’obiettivo di consolidare consumo e visibilità

di Redazione

Il brindisi di mezzanotte come vetrina identitaria per il territorio. È l’auspicio lanciato da Coldiretti Calabria, che invita a scegliere le bollicine “made in Calabria” per il Capodanno in generale ma soprattutto per quello Rai che si terrà a Catanzaro. Un segmento giovane ma in crescita, che punta su qualità, vitigni autoctoni e legame con i territori.

La Calabria del vino conta complessivamente 19 Indicazioni Geografiche: 9 Doc, pari al 2,8% del totale italiano, e 10 Igt, che rappresentano l’8,5% del totale nazionale. Una produzione annua di circa 370.000 ettolitri che, pur rimanendo una nicchia rispetto ai volumi nazionali, esprime un valore di poco superiore ai 60 milioni di euro, indotto compreso.

Dal 2025, inoltre, si è concluso l’iter di riconoscimento della prima storica Docg per il Cirò, un passaggio che rappresenta «un acceleratore della qualità e della riconoscibilità del nostro vino». Il futuro del comparto, sottolinea Coldiretti, si gioca soprattutto su un rapporto sinergico e identitario con i territori, valorizzati sotto il profilo naturalistico, paesaggistico, storico-culturale e archeologico.

Un focus particolare è dedicato agli spumanti, alle bollicine calabresi. Il metodo più diffuso è il Martinotti/Charmat, con la rifermentazione del vino base in autoclave, ma non mancano esperienze di Metodo Classico, che prevede la rifermentazione in bottiglia e lunghi affinamenti. Non esistono dati ufficiali puntuali, ma è chiaro che la Calabria non è ancora una regione leader nel settore.

La produzione di spumanti calabresi è relativamente giovane, avviata in modo più strutturato a partire dagli anni Duemila. Oggi però rappresenta un segmento in rapida ascesa, con qualità crescente e primi riconoscimenti anche a livello internazionale. Diverse cantine stanno investendo con visione e competenza, esplorando le potenzialità dei vitigni autoctoni per ritagliarsi uno spazio nel panorama delle bollicine italiane, coniugando tradizione e innovazione.

«Quale occasione migliore del Capodanno per scoprire le bollicine calabresi e brindare al nuovo anno con un tocco di Mediterraneo», è l’invito che arriva da Coldiretti. Le festività di fine anno, infatti, fanno registrare il picco massimo della domanda di spumante italiano, ma si consolida anche il consumo – sempre con moderazione – degli spumanti calabresi sulle tavole domestiche, nei ristoranti e negli agriturismi.

Le previsioni per il Capodanno confermano un avvio di 2025 con un bilancio positivo per il settore agrituristico regionale. L’auspicio è che anche i grandi eventi pubblici possano diventare una vetrina per le produzioni locali. In particolare, Coldiretti confida che «nei vari Capodanni nelle piazze e soprattutto in quello Rai sul lungomare di Catanzaro, il brindisi di fine anno sia con le bollicine “made in Calabria”», capaci di presentarsi al grande pubblico e «mettere il turbo».

«Insomma – annota il presidente di Coldiretti Calabria, Franco Aceto – lo spumante di Capodanno 2026 sia sempre di più calabrese. Un ulteriore e significativo segnale», conclude, «delle grandi potenzialità che ha l’agroalimentare calabrese, che da tempo traina l’economia della nostra regione sui mercati nazionali ed esteri».