La Commissione europea presenta in Parlamento il Quadro finanziario pluriennale per i prossimi sette anni
Tensioni e proteste a Strasburgo dove si è formata una maggioranza bipartisan contraria al documento. Contestato il progetto di nazionalizzare le risorse. La Commissione vuole tassare le grandi imprese
Programmato e rinviato per quattro volte nel giro di poche ore. Dopo 6 ore di discussione e con la bozza Von der Leyen pronta da settimane, il collegio dei commissari europei ha adottato la proposta di Quadro finanziario pluriennale per i prossimi sette anni (2028-2034). Il commissario europeo al Bilancio, Piotr Serafin, ha riferito in audizione in commissione Bilancio del Parlamento Ue. Il Piano economico e finanziario di programmazione europea ha un budget di 2 miliardi di euro. Il fondo per la competitività avrà una dotazione finanziaria di 451 miliardi di euro, compreso il fondo per l'innovazione, mentre sono previsti 865 miliardi per i piani di partenariato nazionali e regionali, inclusi coesione ed agricoltura, quest’ultima con un budget di 300 miliardi. Previsti 218 miliardi per le regioni svantaggiate, insieme ad un piano ad hoc per l’agricoltura e la pesca. Sale a 135 miliardi la spesa per la difesa comune e saranno triplicati i fondi per la gestione della sicurezza delle frontiere. «Riunisce i nostri sforzi di investimento nei settori delle tecnologie pulite, del digitale, delle biotecnologie, della difesa, dello spazio e della sicurezza alimentare - ha spiegato il commissario al Bilancio - sostenendo progetti dall’idea alla produzione su scala industriale». «Attualmente - ha detto Serafin - il bilancio dell'UE è finanziato da quattro principali risorse proprie: risorse tradizionali, contributi basati sull'IVA, contributi basati sui rifiuti di imballaggio in plastica non riciclata e contributi basati sull'RNL che bilanciano il bilancio. La nostra proposta include cinque nuove risorse proprie: si tratta di un mix equilibrato di nuove entrate, che non grava eccessivamente sui bilanci nazionali ed è in linea con i nostri obiettivi politici». Il nuovo bilancio è pari all’1,15% del PIL complessivo dei Paesi dell’Unione e segna un aumento dello 0,2% rispetto all’esercizio precedente. Il costo di bilancio è però destinato a salire all’1,26% per effetto del rimborso del Recovery Fund che inizierà nel 2028. La Commissione insiste sulla riforma in stile Pnrr: niente più anticipi e niente più finanziamenti a pioggia. I soldi verranno erogati agli Stati al raggiungimento degli obiettivi concordati puntando su piani nazionali e fondi unici. Serafin ha indicato 5 nuove “risorse proprie” che dovrebbero produrre entrate pari a 58 miliardi di euro all’anno. Tassazione delle grandi aziende, accise sul tabacco, tassa sui rifiuti elettronici, tasse sulle emissioni e dazi ambientali. Il dissenso è ampio e bipartisan. La proposta di Bilancio non piace alla maggioranza del Parlamento europeo che ha annunciato il voto contrario. Non piace il modello Pnrr e neppure il ricorso ai fondi unici, come quello in agricoltura, che tante proteste hanno già scatenato in tutta Europa. Nel corso di una lunga conferenza stampa il deputato rumeno Siegfried Muersan (Ppe) e la deputata portoghese Carla Tavares (S&D) hanno spiegato le ragioni del no al bilancio e hanno avvertito che si «opporranno a qualsiasi tentativo della Commissione di nazionalizzare il bilancio europeo. Non accetteremo in alcun modo un piano per ogni Stato membro - ha aggiunto Tavares - perché non è accettabile che questo avvenga su politiche essenziali per tutti i 27 Stati membri, come nel caso dell’agricoltura». «Sosterremo un QFP ambizioso e solido, con risorse maggiori rispetto al periodo 2021-2027, dotato di una capacità integrata di risposta alle crisi e in cui il rimborso dei prestiti di Next Generation EU non debba compromettere il finanziamento delle politiche e delle priorità dell'UE». È quanto sostengono in una dichiarazione congiunta leader dei gruppi di maggioranza PPE, S&D, Renew e Verdi/ALE. «In quanto unica istituzione dell'UE eletta direttamente, insistiamo fermamente sul fatto che le prerogative del Parlamento in materia legislativa, di bilancio e di discarico siano pienamente rispettate in ogni fase del processo. Il prossimo QFP - prosegue la dichiarazione - dovrebbe essere soggetto al pieno controllo e alla responsabilità parlamentare e salvaguardare il ruolo del Parlamento come colegislatore, autorità di bilancio e di discarico. Inoltre, è necessario trarre insegnamento dalle esperienze passate e pertanto siamo fondamentali per la creazione dei cosiddetti "Piani di partenariato nazionali e regionali" nella forma in cui sono stati concepiti e presentati oggi, che nella loro attuale configurazione potrebbero ostacolare la dimensione europea. Il Parlamento europeo - concludono i leader della maggioranza - non accetterà alcuna riduzione del controllo parlamentare e del legittimo controllo e scrutinio democratico sulla spesa dell'UE o, peggio, una rinazionalizzazione delle politiche principali dell'Unione».