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22/09/2025 ore 14.38
Economia e lavoro

Calabria, 162mila giovani in fuga in 20 anni: la Uil propone un piano per riportarli a casa

«Non assistenzialismo ma investimento»: il sindacato richiama le risorse europee e propone una strategia per cambiare il destino della regione. Dalla casa al lavoro, dai voucher per chi rientra agli incentivi per start-up e ricerca: ecco le idee

di Redazione Economia

«La Calabria continua a perdere i suoi giovani a un ritmo allarmante. Secondo le ultime elaborazioni basate su dati Istat negli ultimi vent’anni la regione ha perso circa 162.000 giovani tra i 18 e i 34 anni, pari a un calo del 32,4% in questa fascia cruciale per lo sviluppo economico e sociale». A lanciare l’allarme è Mariaelena Senese, segretario generale della Uil Calabria, che sottolinea: «Dietro tutti questi numeri ci sono storie di ragazzi e ragazze che fanno le valigie per costruire un progetto di vita lontano dalla propria terra».

La proposta: un Fondo Regionale per il rientro

Per contrastare questa emorragia, la Uil rilancia la proposta di un Fondo Regionale dedicato: un pacchetto di misure economiche, fiscali e sociali per favorire il ritorno e la permanenza stabile dei giovani calabresi. «La vera sfida – spiega Senese – è non solo far rientrare i giovani che sono andati via, ma fermare questa continua emorragia».

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Gli strumenti concreti: dal voucher al co-working

Tra le misure proposta dal sindacato ci sono:

Le misure non sarebbero solo ipotesi, ma strumenti concreti finanziabili con le risorse europee. Il sindacato richiama il Programma Regionale Calabria Fesr-Fse+ 2021-2027, che mette a disposizione fondi per l’inclusione sociale, l’housing e il sostegno all’occupazione. L’obiettivo è trasformare la Calabria in un “laboratorio di innovazione e crescita sostenibile”, puntando su agroindustria, rinnovabili, turismo sostenibile, blue economy, digitalizzazione, intelligenza artificiale e healthcare.

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«Non assistenzialismo, ma investimento»

«Non si può parlare di sviluppo e rilancio del territorio se non c’è un deciso investimento nel capitale umano», ribadisce la Uil. Il piano “Ritorno dei Cervelli” punta a percorsi formativi avanzati, in collaborazione con università, centri di ricerca e imprese locali. «Non si tratta di assistenzialismo – sottolinea Senese – ma di un investimento sul futuro. La vera domanda non è se possiamo farli tornare. La vera domanda è: quanto siamo disposti a cambiare per meritare il loro ritorno?».