Calamità naturali, Confapi: «Polizze catastrofali? Sì alla tutela ma non a scapito delle pmi»
Il vice presidente Francesco Napoli non ha dubbi: «Le assicurazioni non devono diventare un ulteriore peso burocratico ed economico. Serve un approccio realistico in grado di proteggere davvero il nostro tessuto produttivo»
«L’Italia è giunta all’anno zero nella gestione delle calamità naturali. È il momento di scegliere se affrontare con determinazione questa sfida o continuare a subirla, con conseguenze devastanti per imprese, cittadini e territori». Lo ha dichiarato il vice presidente di Confapi, Francesco Napoli intervenendo a Milano al convegno “Calamità naturali in Italia: anno zero – Una sfida per il mondo assicurativo e per il Paese”.
Confapi condivide il principio alla base dell’obbligo di sottoscrizione delle polizze catastrofali, riconoscendone l’intento di garantire una maggiore tutela per il tessuto produttivo italiano, sempre più esposto a eventi climatici estremi.
Tuttavia, l’attuale normativa presenta criticità operative e rischia di penalizzare le piccole e medie imprese, che rappresentano la spina dorsale del sistema economico nazionale.
Tra i punti critici evidenziati:
- Onerosità delle polizze per le pmi, spesso sproporzionate rispetto alla loro capacità finanziaria.
- Mancanza di trasparenza su costi, condizioni, franchigie e indennizzi.
- Assenza di criteri chiari per la valutazione degli sconti previsti in caso di investimenti in prevenzione.
- Definizioni ambigue su abusi edilizi, che potrebbero escludere imprese in modo arbitrario dalla copertura.
- Incertezza sulle conseguenze per l’inadempimento dell’obbligo.
«Serve una proroga dei termini prima dell’entrata in vigore dell’obbligo assicurativo, per consentire di definire regole chiare, criteri equi e un sistema realmente accessibile per tutte le imprese – ha dichiarato il vice presidente –. Le pmi non possono essere lasciate sole né messe di fronte a obblighi privi di reale sostenibilità economica».
Confapi ha inoltre ribadito la necessità di:
- Maggior trasparenza e standardizzazione delle polizze, con garanzie minime comuni e possibilità di comparazione tra le offerte.
- Formazione e informazione capillare, per permettere alle imprese di conoscere e valutare le proprie opzioni.
- Un tavolo permanente di confronto con istituzioni e assicurazioni, per monitorare l’attuazione e proporre correttivi concreti.
«Le assicurazioni devono diventare una vera tutela, non un ulteriore peso burocratico ed economico – ha concluso –. Siamo pronti a collaborare, ma serve un approccio realistico e condiviso, in grado di proteggere davvero il nostro tessuto produttivo».