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13/04/2025 ore 15.25
Economia e lavoro

Cannabis light, il futuro di decine di aziende calabresi a rischio con il Decreto sicurezza

Il provvedimento approvato lo scorso 4 aprile vieta la coltivazione e la vendita della canapa anche con percentuali minime di THC: «Non sappiamo cosa dire ai nostri dipendenti»

di Tonino Raco

Il futuro di decine di aziende italiane legate alla cannabis light è improvvisamente diventato incerto. Dopo anni di investimenti e crescita, il settore si trova ora a fare i conti con il Decreto sicurezza, approvato lo scorso 4 aprile 2025, che ha incluso le infiorescenze di canapa tra le sostanze stupefacenti, vietandone produzione e vendita anche con minime percentuali di THC. «Abbiamo 40 dipendenti che lavorano con la canapa e ad oggi non sappiamo cosa dire a queste persone». A parlare è Andrea Santacroce, tecnico della Santacroce Srl, realtà floricola con sede a Pizzo, tra le tante ora colpite da una normativa che rischia di decimare l’intera filiera.

Un provvedimento che ha colto di sorpresa un intero settore, e che rischia di cancellare oltre 2 miliardi di euro di indotto e più di 20mila posti di lavoro in tutta Italia, secondo un recente studio di MPG Consulting per Canapa Sativa Italia.

Un’intera filiera bloccata

«È un danno non indifferente perché ci ha portato a uno stop. La cosa assurda è che non riusciamo a capire quale sarà in prospettiva l’argomento canapa», spiega Santacroce. L’azienda di famiglia si è strutturata negli anni in modo professionale, acquistando attrezzature, macchinari e personale specializzato. Ad oggi però è tutto bloccato, con un provvedimento che pesa come un macigno e getta nello sconforto chi ha puntato su questo prodotto. «C’è un lavoro non indifferente portato avanti negli anni, perché si parte dall’acquisto di semi certificati per poi passare a lavorazioni come la semina, l’acquisto di plateau, di torbe, di macchinari importanti che ci permettono di selezionare all’interno della serra le piante per poi metterle a dimora».

La Calabria, come molte altre regioni italiane, ha visto negli ultimi anni nascere decine di attività legate alla cannabis light, oggi tutte a rischio. «Qui in Calabria sono diverse le realtà che hanno investito sulla cannabis light, con tutte le certificazioni del caso e nel pieno rispetto delle normative ma che oggi si trovano spiazzate davanti a questo provvedimento» ha aggiunge Andrea Santacroce.

Per mesi le associazioni di categoria del settore canapa, insieme a quelle agricole più in generale, alla politica hanno cercato un dialogo con il Governo per provare a tutelare un comparto che adesso si ritrova paralizzato. Richieste che non hanno trovato riscontro, con centinaia di imprese che si trovano davanti a una scelta drammatica: reinventarsi o chiudere. Continua a leggere su ilVibonese.it