Castrovillari, nei campi della fattoria solare una opportunità di riscatto per i detenuti
Nei terreni attigui all’istituto di pena Rosetta Sisca è in allestimento un impianto agrivoltaico dove i reclusi potranno trovare una occupazione stabile. Nella sede di Confapi la sottoscrizione dell’accordo
Il protocollo sottoscritto a Cosenza nella sede della Confapi per l’accompagnamento al lavoro dei detenuti della casa circondariale di Castrovillari, pone il sigillo all’avvio di un progetto all’avanguardia, unico in Italia, per l’impiego di soggetti reclusi in un’attività ospitata all’esterno delle mura carcerarie, nella circostanza in un terreno attiguo all’istituto intitolato alla figura di Rosetta Sisca, dove la EF Solare Italia, leader nel settore delle rinnovabili, sta realizzando un impianto agrivoltaico. In sinergia con Le Green House, azienda specializzata nell’agricoltura sostenibile, sarà offerta una occasione di riscatto a chi si è trovato nel suo percorso di vita, a deviare dai binari della legalità.
Formazione e nuove competenze
L’istituto di pena in questa ottica si è mostrato particolarmente virtuoso; 41 i detenuti formati nel 2022 su 180 reclusi; 20 nel 2023 e addirittura 62, di cui 10 donne, nel 2024, pari a un terzo della popolazione carceraria. Le certificazioni rilasciate sono tutte professionalizzanti e spendibili quindi nel mercato del lavoro. Il direttore del carcere Giuseppe Carrà, nel corso della conferenza stampa che ha preceduto la firma del protocollo, ha sottolineato come in questa fase siano stati attivati nuovi corsi di formazione per «alimentaristi, addetti per la sicurezza sul lavoro, guida di trattori, carrelli elevatori, macchine per il movimento terra e di altri mezzi agricoli, uso di decespugliatori e motoseghe. Tutte competenze perfettamente compatibili con le attività dell’agrivoltaico in corso di realizzazione».
Azzerare il rischio di recidiva
Alla sottoscrizione del documento sono intervenuti inoltre la garante regionale per i diritti dei detenuti per la Calabria Giovanna Russo, gli amministratori delegati di Solare Italia, Andrea Ghiselli, e di Le Green House, Antonio Lancellotta, oltre naturalmente al presidente di Confapi Calabria e vicepresidente nazionale dell’associazione datoriale Francesco Napoli. L’avviamento al lavoro dei reclusi, è stato tra l’altro sottolineato, abbatte il rischio di recidiva: «Lo dicono le statistiche – ha detto ancora Carrà – Il 90 percento di chi viene occupato durante il periodo detentivo, non commette più crimini. Attraverso questo protocollo di intesa contribuiamo inoltre a costruire quella rete sociale che consente di restituire una speranza ed una possibilità a chi ha sbagliato ed ha pagato il proprio conto con la giustizia».
La garante regionale per i diritti dei detenuti per la Calabria Giovanna Russo ha messo in evidenza l’aderenza di questa iniziativa con «l’ampia rete di progettualità già avviate dall'assessore regionale al lavoro Giovanni Calabrese nell’ambito del tavolo permanente sul lavoro denominato Recidiva Zero Calabria, del quale è in procinto di partire la fase due».
Valore condiviso
La Fattoria Solare La Petrosa, questo il nome dell’impianto agrivoltaico da 11,8 megawatt di potenza, rappresenta una delle prime esperienze in Italia in cui un progetto di energia rinnovabile si lega a un percorso di formazione e reinserimento dedicato ai detenuti, con l’obiettivo di creare valore ambientale, economico e umano. «Per noi la sostenibilità non è solo ambientale, ma anche sociale – ha detto Andrea Ghiselli - Con questo progetto vogliamo dimostrare che la produzione di energia pulita può diventare anche un motore di inclusione, offrendo ai detenuti un percorso formativo e professionale che restituisca dignità, competenze e futuro». Per Antonio Lancellotta è un esempio di «integrazione sostenibile tra agricoltura, transizione energetica e valorizzazione dei territori. Da più di dieci anni, lavoriamo per l'implementazione di moderne tecniche di coltivazione in ambito agrivoltaico che permettono un notevole risparmio di risorse e la protezione delle colture da eventi climatici estremi. Nel caso di Castrovillari il progetto si arricchisce di un importante fattore sociale con l'avvio di percorsi di formazione e di reinserimento lavorativo».
L’impegno di Confapi
Confapi ha coordinato i percorsi culminati nella sottoscrizione dell’accordo: «La finalità delle imprese non può essere solo quella del profitto – ha affermato Francesco Napoli - ed un'associazione di imprese come la nostra non può che essere costantemente impegnata anche nell’offrire al territorio opportunità concrete nell’alveo di quella missione civica e solidaristica necessaria alla maturazione di un sano contesto sociale oltre che economico e produttivo. La Calabria è la prima regione dove questi elementi, quello della sostenibilità ambientale e del reinserimento sociale dei detenuti, convergono. Speriamo – ha concluso il vicepresidente nazionale di Confapi - di poter rappresentare un utile esempio da seguire anche in altre aree del paese».