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18/08/2025 ore 06.15
Economia e lavoro

Crisi abitativa senza precedenti in Calabria: occupazioni abusive, fondi azzerati e alloggi popolari nel degrado

La commissaria dell’Aterp Iannini denuncia l’emergenza davanti al Parlamento. Quadro drammatico: 4.718 alloggi Erp a Reggio, 419 occupazioni abusive solo ad Arghillà, degrado alla Ciambra di Gioia Tauro. Iannini propone Imu zero, fondi e beni confiscati

di Redazione Economia

Inizia il nostro viaggio nell’edilizia abitativa calabrese, con tutto quello che questo significa.

La Calabria vive una crisi abitativa «di assoluta sofferenza», aggravata da occupazioni abusive, degrado diffuso e mancanza di fondi strutturali. A denunciarlo di recente, davanti alla Commissione parlamentare di inchiesta sulle condizioni di sicurezza e sullo stato di degrado delle città e delle periferie, è stata l’avvocato Grazia Maria Carmela Iannini, commissario straordinario dell’Aterp (Azienda Territoriale per l’Edilizia Residenziale Pubblica) della Regione Calabria.

L’audizione, centrata in particolare sulla situazione di Reggio Calabria, ha offerto un quadro dettagliato di un’emergenza che non riguarda solo il Sud ma tutta Italia, e che si intreccia con le scelte politiche nazionali ed europee.

Fondi azzerati e un “sistema casa” in crisi

Iannini ha ricordato come, dalla soppressione dei fondi Gescal, le Regioni e i Comuni siano rimasti privi di risorse stabili per la manutenzione, la riqualificazione e la costruzione di alloggi popolari. «L’illusione – ha sottolineato – che bastasse trasferire le competenze e qualche finanziamento per risolvere il problema abitativo si è rivelata fallimentare».

Oggi, la domanda di edilizia pubblica in Calabria è altissima, con richieste che provengono da famiglie monogenitoriali, anziani soli, giovani coppie senza lavoro, studenti e persone senza dimora. Per l’Aterp, senza un Piano nazionale e risorse certe, le soluzioni “tampone” sono inutili.

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Il peso dell’Europa e il “Piano Casa Italia”

La commissaria ha evidenziato due novità politiche rilevanti:

Per la Calabria, secondo Iannini, è essenziale che queste strategie si traducano in investimenti mirati e continui.

Le proposte: Imu zero, fondi anti-morosità e beni confiscati

Fra le richieste avanzate al Parlamento, la più urgente è l’eliminazione dell’Imu sugli immobili popolari, ritenuta «un balzello ingiusto su un patrimonio a funzione sociale».

Iannini ha inoltre sollecitato la creazione di un fondo nazionale vincolato per la «morosità incolpevole», così da sostenere gli inquilini colpiti da crisi economica.

Infine, ha proposto di destinare all’edilizia pubblica i beni confiscati alla criminalità, oggi spesso inutilizzati, trasformandoli in alloggi sociali.

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Reggio Calabria: occupazioni abusive e graduatorie ferme

Il patrimonio Erp della città conta 4.718 alloggi. Ma oltre il 10% è occupato abusivamente, con punte drammatiche nel quartiere Arghillà: 419 occupazioni, di cui 110 in un solo complesso (Comparto 6).

La legge regionale che per quindici anni ha regolarizzato gli abusivi è scaduta a fine 2024, ma – denuncia Iannini – «ha premiato l’illegalità a danno di chi era in graduatoria».

La situazione amministrativa è bloccata: l’ultimo bando di assegnazione a Reggio risale al 2019 (289 domande accolte, solo 40 assegnazioni), mentre in precedenza si era passati dal bando 2005 alla definizione delle graduatorie solo nel 2012.

Indicatori sociali in caduta libera

Il quadro sociale di Reggio Calabria è allarmante:

Nei quartieri “difficili” – Arghillà, Ciccarello, Marconi – mancano servizi, sicurezza e manutenzione, e le forze dell’ordine faticano a garantire il controllo.

Il caso Ciambra: 114 alloggi fantasma

Particolarmente grave è la situazione del quartiere Ciambra di Gioia Tauro, dove un complesso di 17 edifici e 114 alloggi, costruito fra il 1985 e il 1993, versa in stato di abbandono:

Un progetto di recupero finanziato dal Pinqua è stato probabilmente revocato, lasciando l’area in degrado.

«Serve una mobilitazione corale»

Per Iannini, la risposta deve essere una concertazione istituzionale permanente che coinvolga Comuni, Regione, Governo, Europa, associazioni e cittadini.

«Lo Stato deve dimostrare – ha concluso – che la democrazia sa prendersi cura delle periferie e delle persone più fragili. È il momento di passare dalle parole ai fatti».