Crisi finanziaria dei Comuni calabresi e carenza di personale: dalla Uil Fpl l’allarme sui servizi ai cittadini
I dati su dissesti e riduzione degli organici mostrano una fragilità strutturale degli enti locali. Nella nota, il sindacato indica possibili interventi su personale, aggregazioni tra Comuni e nuove competenze
Le difficoltà finanziarie degli enti locali e la progressiva riduzione del personale stanno incidendo in modo strutturale sulla capacità dei Comuni calabresi di garantire servizi adeguati. È quanto emerge da una nota diffusa dalla UIL FPL Calabria, che richiama dati nazionali e regionali recenti per delineare un quadro definito di emergenza.
La fragilità finanziaria degli enti locali viene indicata come una questione di rilievo nazionale, con il Mezzogiorno e la Calabria tra le aree maggiormente colpite. Nella nota, il segretario generale della UIL FPL Calabria, Walter R.E. Bloise, richiama i contenuti dell’VIII Rapporto Ca’ Foscari sui Comuni 2025, presentato a novembre, sottolineando come nella regione la crisi assuma «proporzioni piuttosto preoccupanti».
In Italia, si legge nel documento, sono 470 i Comuni in difficoltà finanziaria, di cui 257 in predissesto e 213 in dissesto. Le regioni meridionali risultano le più esposte e la Calabria incide in maniera significativa: 36 Comuni in predissesto, pari al 14 per cento del totale nazionale, e 52 in dissesto, il 24 per cento, secondo dato più alto dopo la Sicilia. Il fenomeno riguarda in prevalenza i piccoli enti, ma negli ultimi anni ha coinvolto anche realtà di dimensioni maggiori.
La dichiarazione di dissesto comporta conseguenze immediate per gli enti locali, con limiti all’accensione di nuovi mutui, restrizioni agli impegni di spesa e l’aumento delle aliquote fiscali. A questo quadro si affianca, secondo la UIL FPL, una riduzione marcata del personale comunale. Bloise richiama un documento ANCI presentato ad aprile 2025 in audizione sul Def, dal quale emerge che in 17 anni il personale dei Comuni italiani si è ridotto del 29 per cento, passando da circa 480 mila unità nel 2007 a circa 340 mila nel 2024.
In Calabria, il numero di dipendenti comunali è sceso da circa 15.250 unità nel 2015 a poco meno di 11 mila nel 2023, con una quota di lavoro flessibile superiore alla media nazionale. Secondo la nota, la combinazione tra indebitamento e carenza di personale produce una riduzione significativa dei servizi alla persona, con effetti che rischiano di estendersi all’intero tessuto sociale ed economico regionale.
Quanto alle possibili soluzioni, la UIL FPL Calabria ribadisce il sostegno alla proposta di abrogazione dei tetti di spesa per il personale degli enti locali, ritenuta necessaria per consentire nuove assunzioni e il miglioramento delle condizioni retributive nei Comuni che rispettano i parametri di sostenibilità finanziaria. Viene inoltre richiamata l’importanza, soprattutto per i piccoli Comuni, di valorizzare le opportunità previste dalla legge 56 del 2014 in materia di aggregazioni e gestione associata delle funzioni.
Nella parte conclusiva della nota, il sindacato sottolinea la necessità di ripensare competenze e funzioni della pubblica amministrazione locale alla luce delle sfide poste dalla transizione digitale, dalla sostenibilità ambientale e dall’introduzione dell’intelligenza artificiale. In questo contesto, le uscite per pensionamento vengono indicate come un’occasione per rafforzare settori considerati essenziali e per introdurre nuove professionalità, nella prospettiva di restituire centralità ai Comuni e alle comunità locali.