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03/06/2025 ore 10.06
Economia e lavoro

Da emergenza a risorsa strategica, gli immigrati sono i nuovi operai dell’Italia che produce

Il Paese ha bisogno ogni anno di oltre 500mila lavoratori stranieri per colmare i vuoti nel mercato del lavoro. Eppure la politica si concentra ancora solo su sbarchi e decreti sicurezza. Ecco perché è urgente una riforma

di Bruno Mirante e Luca Falbo

«L’Italia ha bisogno di immigrati. Lo dicono i numeri, lo gridano le imprese, lo conferma la demografia. Eppure continuiamo a discutere solo di sbarchi, emergenze e decreti sicurezza». (Maurizio Ambrosini, sociologo del lavoro, Università di Milano)

Il fabbisogno reale di manodopera

Secondo il rapporto annuale Unioncamere-Anpal 2024, l’Italia ha bisogno di oltre 500.000 lavoratori stranieri regolari ogni anno per colmare i vuoti nel mercato del lavoro nei settori chiave:

Anche nel comparto industriale, sempre più aziende cercano operai specializzati, saldatori, meccanici, addetti alla manutenzione che il mercato interno non riesce più a fornire.

A fronte di questo, il Decreto Flussi 2024 ha autorizzato appena 151.000 ingressi regolari, di cui:

• solo 57.000 per lavoro subordinato stagionale;

• appena 7.000 per lavoratori altamente qualificati.

Numeri insufficienti e spesso inutilizzabili: la burocrazia rende l’iter per l’assunzione di lavoratori stranieri lento, frammentato e farraginoso.

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Il paradosso italiano

Il dibattito politico italiano è incentrato quasi esclusivamente sull’immigrazione irregolare, che rappresenta meno del 15% del totale. Intanto, oltre 5 milioni di stranieri regolari vivono e lavorano nel nostro Paese, contribuendo al Pil, pagando tasse e sostenendo il sistema previdenziale.

Secondo l’Inps, nel 2023 il 10% dei contributi pensionistici è stato versato da lavoratori stranieri. Senza questo apporto, il sistema sarebbe ancora più in sofferenza, considerando l’invecchiamento della popolazione e il calo di nascite.

La Germania, invece, ha già varato nel 2023 una legge sull’immigrazione qualificata che semplifica i visti di lavoro, valorizza le competenze e permette un percorso stabile verso la cittadinanza.

Anche Spagna e Portogallo hanno adottato programmi di regolarizzazione e canali di ingresso preferenziale per categorie professionali carenti.

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Gli immigrati fanno i lavori che gli italiani non fanno più?

È una frase ricorrente, ma spesso fraintesa. Gli immigrati non sono necessariamente destinati ai lavori più umili. Il problema è che molte professionalità intermedie – tecniche, pratiche, sanitarie – sono state abbandonate dal mercato interno. Di conseguenza, i lavoratori stranieri occupano spazi lasciati vuoti.

Ad esempio:

Il rischio non è l’invasione, ma il vuoto lavorativo.

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Una politica migratoria moderna è possibile

L’Italia dovrebbe dotarsi di una legge organica sull’immigrazione legale, non più solo emergenziale. Alcune proposte concrete:

Le buone pratiche esistono (ma nessuno le racconta)

Ci sono Comuni italiani che hanno saputo cogliere l’opportunità dell’integrazione:

Sono esempi di integrazione reale e vantaggiosa per tutti.