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12/04/2025 ore 18.38
Economia e lavoro

Dazi Usa, calabresi preoccupati (ma non è un plebiscito): i risultati del sondaggio di LaC

Il 62,5% dei lettori teme ripercussioni sulla propria situazione economica per via delle scelte ondivaghe dell’amministrazione Trump. A tutti gli altri gli effetti dell’economia globale sembrano troppo lontani

di Redazione Economia

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La preoccupazione è il sentimento più diffuso ma la percentuale non è bulgara. Il rapporto dei calabresi con i dazi Usa non è improntato, in linea generale, alla fiducia: il 62,5% dei nostri lettori si dice preoccupato per le possibili ricadute sulla sua situazione economica. Il sondaggio lanciato da LaC nei giorni scorsi evidenzia, poi, un 21,43% di partecipanti consapevoli degli effetti senza dirsi preoccupati. Il restante 16,07% non crede invece che ci saranno effetti sulla sua condizione economica.

Circa 37 calabresi su 100, dunque, non sposano i timori che accomunano decisori politici e imprenditori anche alle nostre latitudini. Forse gli effetti sulle Borse internazionali e le reazioni dubbiose dei leader internazionali sono percepiti come entità lontane dalle banali questioni di economia domestica.

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Eppure anche la Calabria - e il network LaC lo ha raccontato spesso nei giorni scorso - si chiede quali possano essere gli effetti dell’aumento delle tariffe doganali che il presidente Trump ha congelato per 90 giorni dopo che (anche) il suo mercato interno gli ha sconsigliato di proseguire nella guerra economica dichiarata al resto del mondo.

Forse i suoi consiglieri gli hanno illustrato le conseguenze delle scelte forzate di tanti alleati degli Usa che, dopo gli annunci roboanti del tycoon, hanno iniziato ad esplorare nuovi partner commerciali.

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Unione europea in primis, con l’apertura di un dialogo che porta l’economia del Vecchio Continente verso i mercati asiatici. Reazione forzata, in qualche misura. Lo mostrano anche le recenti dichiarazioni del presidente di Unindustria Calabria Aldo Ferrara: «Sappiamo che il Made in Italy è apprezzato in tutto il mondo - ha detto - dunque è il momento di cercare nuove realtà che potrebbero rispondere molto bene». I paesi che nuovi ricchi sono i principali indiziati: Emirati Arabi, Arabia Saudita, Qatar: «In maniera lungimirante - ha spiegato ancora Ferrara - avevamo partecipato all’Expo di Dubai e avevamo già aperto contatti e relazioni per il nostro sistema agroalimentare sia con il Medio Oriente che con l’India». Da Unindustria è arrivato anche l’invito alla Regione affinché aiuti le imprese a intensificare i “nuovi” rapporti anche attraverso incentivi.

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A proposito di Regione, anche l’assessore regionale all’Agricoltura Gianluca Gallo ha dedicato un passaggio al tema dei dazi nella sua partecipazione a Dentro la Notizia, il nostro approfondimento quotidiano condotto da Pier Paolo Cambareri. Gallo ha confermato che il movimento vitivinicolo calabrese si è mosso per tempo: «abbiamo puntato a espanderci anche verso altri mercati, quelli dell’Est, ma anche in Canada. Comunque la presenza di 3mila operatori americani al Vinitaly, a mio parere, dimostra che il sistema economico Usa ha superato a destra il presidente Trump. Tant’è vero che qualche giorno dopo, il tycoon ha dovuto sospendere per 90 giorni i dazi, facendo marcia indietro». Insomma, preoccuparsi sè bene ma senza trascurare le capacità di resilienza del tessuto economico e senza fidarsi troppo degli annunci di Trump. Un sentiment che il nostro sondaggio rispecchia fedelmente. Noi ci aggiorniamo alla prossima rilevazione: vi interpelleremo ancora sui temi dell’attualità.