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06/12/2025 ore 07.02
Economia e lavoro

Eccellenze calabresi, Rubbettino Print vince l’Oro della Stampa: «Ecco come ci confrontiamo con i colossi del Nord»

Il più importante riconoscimento italiano per la qualità e l’innovazione nel settore va all’azienda di Soveria Mannelli. Che ci racconta le sfide del futuro a partire dal presidio culturale del Museo Carta: «Un luogo che tiene insieme visione e memoria, cultura e produzione»

di Riccardo Montanaro

L’Oro della Stampa 2025 nella categoria Publishing Printer, è andato a Rubbettino Print. Si tratta del più importante riconoscimento italiano per la qualità e l’innovazione nel settore della stampa. Grande la soddisfazione per l’azienda calabrese che ha sede a Soveria Mannelli. La premiazione si è svolta al Museo Alfa Romeo di Arese durante il Print Economic Forum. Per l’occasione, economisti e operatori del settore hanno discusso in merito alle trasformazioni della filiera. Abbiamo sentito Marco Rubbettino.

Qual è stata la scelta strategica più determinante per rendere competitiva un’azienda del Sud in un settore altamente tecnologico?
«La scelta più determinante è stata decidere di giocare alla pari nel mercato europeo della stampa, puntando sull’innovazione tecnologica e la qualità delle risorse umane. Abbiamo costruito una filiera integrata – grafica, stampa, editoria e packaging – investendo in competenze e tecnologie per competere con i grandi poli del Nord, ma mantenendo un radicamento forte nel territorio e nelle comunità in cui operiamo. Questo ci ha permesso di attrarre clienti nazionali e internazionali dimostrando che un’industria del Sud può competere sulla qualità, sui tempi e sulla capacità di seguire progetti complessi».

Quanto hanno inciso gli investimenti in sostenibilità e innovazione nel percorso che porta a questo riconoscimento?
«Sono stati decisivi. Negli ultimi anni abbiamo concentrato le risorse su tre fronti: innovazione continua, efficienza energetica degli impianti, riduzione degli scarti in produzione e tracciabilità dei materiali lungo la filiera. L’Oro della Stampa 2025 nella categoria Publishing Printer riconosce proprio la capacità di coniugare qualità del prodotto, processi industriali evoluti e responsabilità ambientale: per noi innovare significa rendere la produzione più sostenibile, misurabile e affidabile per gli editori che ci scelgono».

In che modo il progetto culturale – dal Museo Carta agli eventi – rafforza la vostra identità industriale?
«Per noi il progetto culturale non è un “satellite” dell’azienda, ma un pezzo della sua strategia. Carta è un sistema in dialogo con l’impresa, un luogo che tiene insieme visione e memoria, cultura e produzione. È uno spazio in cui l’arte contemporanea incontra i processi industriali e si confronta con il patrimonio storico di un’azienda che ha celebrato da poco i suoi primi cinquant’anni di attività. Spesso viene definito un museo della Carta, ma non lo è: la carta, semmai, è un fil rouge, anche immateriale, che attraversa le molte pratiche e idee che lo animano. Carta non è soltanto un sistema espositivo o uno strumento di memoria – pur avendo anche questa funzione – ma rappresenta soprattutto un luogo di sperimentazione, aperto a creativi, designer, università e centri di ricerca. Attraverso Carta e gli eventi che lo attraversano, rendiamo visibile cosa c’è dietro un libro o una stampa e, allo stesso tempo, proviamo a riscriverne la storia mettendo in relazione competenze industriali e processi creativi. Questo dialogo continuo tra impresa e cultura rafforza il nostro posizionamento: non siamo solo un fornitore di servizi di stampa, ma un soggetto che contribuisce attivamente al racconto pubblico della filiera editoriale».

Quali nuovi mercati o settori intendete sviluppare dopo l’Oro della Stampa 2025?
«Il premio ci dà visibilità e credibilità per accelerare su due direttrici. Da un lato vogliamo crescere come partner industriale di editori e istituzioni culturali che hanno bisogno di tirature diversificate, dal libro d’arte al prodotto scolastico, con standard elevati e tempi certi. Dall’altro stiamo sviluppando ulteriormente il packaging e il grande formato, segmenti in cui le nostre competenze grafiche e cartotecniche possono generare valore aggiunto per brand e operatori che cercano soluzioni di qualità prodotte in Italia».

Qual è l’eredità più attuale della visione del fondatore Rosario Rubbettino e come guida oggi le vostre scelte?
«L’eredità più attuale è l’idea che un’impresa tipografica possa essere, insieme, luogo di lavoro e presidio culturale. Rosario Rubbettino ha costruito l’azienda su due convinzioni: che la qualità tecnica fosse inseparabile dal rispetto per i contenuti stampati e che, anche da un’area interna del Sud, si potessero creare relazioni nazionali e internazionali. Oggi questa visione ci guida nelle scelte sugli investimenti – sempre orientati al lungo periodo – e nella volontà di accompagnare i nostri clienti verso la tensione continua alla qualità e al mercato».