Sezioni
Edizioni locali
15/07/2025 ore 11.55
Economia e lavoro

Export del vino italiano: crescita portentosa degli spumanti. Usa, Germania e Regno Unito i mercati principali

La Cina ancora è allo stato un cliente poco promettente: solo 90 milioni di euro nel 2024, meglio la Russia e il Giappone. Gli stranieri comprano Dop

di Massimo Tigani Sava

Quale futuro per l’export del vino italiano? In vista dell’edizione 2025 del Vinitaly Sibari continuiamo a fornire dati sistemici che possono essere utili sia per i singoli produttori, sia per le organizzazioni di categoria e le rappresentanze politico-istituzionali.

Partiamo dal dato generale sulla produzione. Nel 2024 (fonte OIV) l’Italia, con 44,1 milioni di ettolitri, ha riconquistato, dopo il forte calo del 2023, la testa della classifica delle principali nazioni produttrici di vino. Seguono Francia (36,1), Spagna (31,0), Usa (21,1). Molto distanziati Argentina (10,9), Australia (10,2), Cile (9,3), Sud Africa (8,8), Germania (8,7), Cina (8,1), Portogallo (6,6), Russia (4,8). Il totale della produzione mondiale è stato pari, sempre l’anno scorso, a 259,6 milioni di ettolitri.

In questo contesto tra le regioni italiane la parte del leone la fanno Veneto (11,7 milioni di ettolitri, che è il 27% del totale nazionale), Puglia (7,7%), Emilia Romagna (7,2). A seguire: Sicilia (2,8%), Toscana (2,7), Piemonte (2,7). La Calabria con i suoi 95mila ettolitri (pari allo 0,21% del totale nazionale) supera soltanto la Valle d’Aosta, la Liguria e la piccola Basilicata. La Sardegna produce quattro volte di più della Calabria con 403mila ettolitri, la Campania quasi 7 con 616mila, il Lazio e le Marche quasi otto volte con, rispettivamente, 728mila e 710 ettolitri.

Nei numeri appena elencati ci stanno tutte le tipologie di vino: bianchi, rossi, rosati, spumanti, Dop, Igp, comuni. Già da diversi anni l’Italia produce in prevalenza vini bianchi (60% del totale 2024), e poi rossi (37%) e rosati (3%). Il “boom” dei bianchi deriva dall’esplosione del consumo di spumanti che, con 7,6 milioni di ettolitri, nel 2024 si sono attestati al 17% della produzione italiana di vini. La crescita degli spumanti (Rapporto Ismea) è stata portentosa dal 2015 a oggi, anche in relazione all’export che è raddoppiato in appena nove anni. Si rammenti che la Doc del Prosecco è la prima d’Italia con il 27,1% del totale nazionale vini a Denominazione di origine.

Nel 2024 il Belpaese ha esportato in tutto il mondo 21,74 milioni di ettolitri di vino, che in valore sono 8,14 miliardi di euro. Importati, invece, quasi 3 milioni di ettolitri, per 0,6 miliardi di euro. Il vino è la voce principale dell’export agroalimentare italiano con il 12% (+ 3,2% in volumi e +5,5% in valore rispetto al 2023). In questo contesto gli spumanti hanno registrato nel 2024 una crescita di esportazioni del 12,0% in volume e dell’8,9% in valore su base annua, mentre le esportazioni dei vini bianchi in volume sono calate dell’1,2% e dei vini rossi aumentate dell’1,9%. In buona sostanza: se il vino italiano continua a crescere fuori dei confini nazionali lo si deve prevalentemente alll’exploit delle bollicine.

Scomponiamo ora gli 8,14 miliardi di euro di vino esportato l’anno scorso per settori qualitativi: 5,52 miliardi sono stati assicurati dai vini Dop (3,18 dai rossi; 2,1 dagli spumanti; 0,25 dai bianchi); 1,67 dai vini Igp (1,50 dai fermi; 0,16 dai frizzanti; 0,15 dagli spumanti); 0,82 miliardi dai vini comuni e varietali, cioè né Dop e né Igp.

Ma dove sono finiti questi 8,14 miliardi di euro di vini esportati? Distinguiamo innanzi tutto (Rapporto Ismea) tra Paesi Ue (3,25 miliardi) ed Extra-Ue (4,89 miliardi).

Tra i Paesi Extra-Ue primeggiano gli Stati Uniti d’America con 1,94 miliardi, seguiti da Regno Unito (0,85 miliardi), Canada (0,45 miliardi), Svizzera (0,41), Russia (0,23).

Tra i Paesi Ue in testa la Germania (1,19 miliardi), e a seguire Francia (0,30), Paesi Bassi (0,26), Belgio (0,23), Svezia (0,19), Austria (0,16).

La Cina ancora è un mercato poco promettente per il vino italiano: solo 90 milioni di euro nel 2024. Meglio il Giappone con 184 milioni di euro. L’incremento percentuale maggiore per l’export di vini italiani nel 2024, tra i primi dieci Paesi della classifica, è stato garantito dalla Russia (+45,6%), dal Canada (+15,3%) e dagli Stati Uniti (+10,2%). Uno dei cali più consistenti è stato segnato dalla Cina (-10,2%).

I primi cinque Stati che acquistano vini Made in Italy (Usa, Germania, Regno Unito, Canada e Svizzera) assorbono assieme, con 4,83 miliardi di euro, il 59,39% del totale di export nazionale enologico.

Da quali Paesi importa vino l’Italia? In assoluto il primo è la Francia dello champagne con 398 milioni di euro, poi la Spagna con 133,69 milioni di euro. A notevole distanza Portogallo (11,01 milioni), Germania (9,16 milioni), Cile (6,51 milioni), Paesi Bassi (4,69 milioni).