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02/05/2025 ore 14.27
Economia e lavoro

Ex lsu-lpu, Tavernise: «Migliaia di lavoratori relegati in contratti part-time, la Regione mantenga gli impegni»

L’esponente del Movimento 5 stelle: «I Comuni non riescono ad aumentare le ore contrattuali di questi dipendenti, senza i quali non sarebbero nemmeno in grado di assicurare i servizi essenziali. E intanto la Regione taglia i fondi»

di Redazione
Davide Tavernise

«A tre anni dalla firma dell'accordo quadro del 14 marzo 2022 tra la Regione Calabria e le organizzazioni sindacali, nulla di quanto concordato è stato effettivamente realizzato. Quell'intesa, che prevedeva il rafforzamento del trattamento economico del personale ex Lsu-Lpu stabilizzato, si è rivelata purtroppo una promessa mancata». Lo afferma il capogruppo del Movimento 5 Stelle in Consiglio regionale Davide Tavernise.

Contratti part-time «insufficienti a garantire un’esistenza dignitosa»

«Nonostante la stabilizzazione a tempo indeterminato - prosegue - migliaia di lavoratrici e lavoratori continuano a vivere in condizioni di precarietà economica, relegati in contratti part-time insufficienti a garantire un'esistenza dignitosa, figuriamoci una pensione. I comuni, molti dei quali montani e in forte difficoltà economica, non hanno le risorse per aumentare le ore contrattuali di questi dipendenti, senza i quali non sarebbero nemmeno in grado di assicurare i servizi essenziali alla cittadinanza. Nel frattempo, la Regione ha ridotto in maniera significativa i fondi destinati al settore: oltre un milione in meno per il 2024 e più di quattro milioni di euro in meno per ciascuno degli anni 2025 e 2026. Una decisione gravissima, in contraddizione con quanto previsto dallo stesso accordo regionale, che prevedeva l'utilizzo delle economie derivanti da pensionamenti o fuoriuscite per l'incremento dell'orario dei lavoratori ancora in servizio».

Appello a Occhiuto

«Abbiamo più volte chiesto un incontro al presidente Occhiuto per discutere soluzioni strutturali e sostenibili - afferma l'esponente 5 stelle - ma la nostra richiesta è rimasta senza risposta. A sostenerla, in questi mesi, sono stati anche tanti Comuni e sindaci con delibere ufficiali, che chiedono alla Regione di spiegare perché l'accordo sottoscritto con la vicepresidente Princi e il direttore Cosentino sia stato disatteso. La proposta di attivare la mobilità intercomunale, affinché i lavoratori possano essere redistribuiti in modo funzionale anche nei piccoli centri, come nel caso emblematico di San Lorenzo Bellizzi, dove il personale è già in calo, rimane tuttora inascoltata».
 

«Oggi - conclude Tavernise - chiediamo con forza al presidente Roberto Occhiuto e all'intera giunta regionale di uscire dal silenzio e assumersi le proprie responsabilità. È necessario ristabilire le risorse previste, attivare strumenti di mobilità e sostenere davvero quei Comuni che, senza questi lavoratori, non potrebbero nemmeno garantire i servizi minimi. Non c'è più tempo da perdere. Questo è un problema sociale e occupazionale che non può essere ulteriormente rimandato».