Fase 2, Svimez: «Rischio fallimento più alto per le aziende del Sud»
L'Istituto per lo sviluppo dell'industria per il Mezzogiorno prevede una ripartenza economica più problematica nel Meridione, dove ancora non si erano esauriti gli effetti negativi della crisi del 2008
«Il lockdown costa 47 miliardi al mese, 37 al Centro-Nord, 10 al Sud... il Sud rischia di accusare una maggiore debolezza rispetto al Centro-Nord nella fase della ripresa, perché sconta inevitabilmente la precedente lunga crisi, prima recessiva, poi di sostanziale stagnazione, dalla quale non è mai riuscito a uscire del tutto». Questa la fotografia che emerge dallo studio della Svimez sugli effetti corona virus al Centro-Nord e al Sud.
L'Istituto per lo sviluppo dell'industria per il Mezzogiorno, prevede un futuro a tinte fosche sulla fase della ripartenza economica nel Sud Italia.
«Il rischio di default - si legge nel rapporto - è maggiore per le medie e grandi imprese del Mezzogiorno. I tempi incerti del lockdown e l’incertezza che investe tempi e modalità delle riaperture minano le prospettive di tenuta della capacità produttiva. I dati territoriali sul blocco delle attività economiche delineano un quadro assai più problematico dell’ultima crisi. Il blocco improvviso e inatteso coglie impreparate le molte imprese meridionali che non hanno ancora completato il percorso di rientro dallo stato di difficoltà causato dall’ultima crisi».
«Rispetto alla grande crisi - aggiune la Svimez - il processo di selezione, allora dispiegatosi lungo un arco temporale ampio, oggi è anticipato all’inizio alla crisi con un’interruzione improvvisa che ha posto immediatamente al policy maker l’urgenza di intervenire a sostegno della liquidità delle imprese, di ogni dimensione. Un’urgenza che si è tradotta nel d.l. liquidità approvato nel Consiglio dei Ministri del 7 aprile. Sulla base dei dati di bilancio disponibili per un campione di imprese con fatturato superiore agli 800.000 euro, le evidenze su grado di indebitamento, redditività operativa e costo dell’indebitamento portano a stimare una probabilità di uscita dal mercato delle imprese meridionali 4 volte superiore rispetto a quelle del Centro-Nord.
Lo Svimez stima un calo del Pil del -8,4% per l’Italia, del -8,5% al Centro-Nord e del -7,9% nel Mezzogiorno. «Si tratta - conclude il report - di una previsione che considera il solo impatto del “cura Italia”. Ulteriori interventi espansivi potrebbero attenuare la dinamica recessiva. Il profilo trimestrale 2020 evidenzia un impatto più rilevante nel primo semestre nelle regioni del Centro-Nord epicentro della crisi sanitaria. Il rimbalzo positivo, invece, che ci si attende con il venir meno del lockdown appare più intenso nelle regioni del CentroNord. Il Mezzogiorno incontra lo shock in una fase già tendenzialmente recessiva, prima ancora di aver recuperato i livelli pre-crisi, ancora inferiore di 15 punti percentuali rispetto al 2007 (il Centro-Nord di circa 7).