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15/07/2025 ore 15.50
Economia e lavoro

Fondi Ue, Irto interroga il Governo e attacca «il silenzio di Meloni e dei suoi sodali»

Duro attacco del senatore e segretario del Partito Democratico calabrese: «Questa riforma può essere la pietra tombale sul futuro del Mezzogiorno»

di f.ren.

Un'interrogazione parlamentare per chiedere chiarezza e assumere responsabilità politiche: è questa la mossa del senatore Nicola Irto, che ha deciso di portare all’attenzione del Parlamento e del governo nazionale la proposta di riforma delle politiche di coesione dell’Unione Europea per il ciclo 2028–2035. Una proposta, per ora non ufficiale ma già delineata in bozze interne della Commissione europea, che sta sollevando preoccupazioni crescenti, soprattutto nel Mezzogiorno d’Italia.

Secondo quanto trapelato, il nuovo assetto europeo prevederebbe l’abolizione dei Programmi operativi regionali (POR), la scomparsa delle attuali classificazioni territoriali e soprattutto la centralizzazione della gestione dei fondi in un unico Piano nazionale. Le Regioni, in questo schema, verrebbero di fatto escluse dal processo di programmazione e gestione delle risorse comunitarie.

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Irto: «Una svolta pericolosa che mette a rischio la coesione territoriale»

Per Irto, rieletto segretario del Partito Democratico, si tratterebbe di una rottura storica con i principi su cui si è fondata per decenni la politica di coesione europea. «Sarebbe una svolta pericolosa – ha dichiarato – che mette a rischio il principio stesso della coesione territoriale. Le Regioni del Sud, a partire dalla Calabria, rischiano di essere escluse da ogni leva strutturale di sviluppo».

La preoccupazione è duplice: da un lato, la perdita di autonomia da parte delle amministrazioni regionali, che in questi anni hanno potuto orientare gli investimenti in base ai bisogni del territorio; dall’altro, il timore che, nelle mani del solo esecutivo nazionale, i fondi possano essere allocati secondo logiche politiche e non di giustizia territoriale, penalizzando le aree più fragili del Paese.

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Il silenzio del governo e il rischio per il Mezzogiorno

Nella sua interrogazione, Irto si rivolge direttamente a tre ministeri: quello per gli Affari europei e il Pnrr, quello dell’Economia e delle Finanze e quello per gli Affari regionali e le Autonomie. A ciascuno chiede di chiarire la posizione del governo Meloni sulla proposta di riforma e di opporsi in sede europea a un progetto che, a suo dire, andrebbe a colpire le aree più deboli del Paese.

Il senatore attacca anche il «colpevole silenzio del governo delle destre», accusato di non intervenire per difendere gli interessi del Sud. «Senza equità nella ripartizione dei fondi europei – sostiene Irto – interi territori potrebbero sprofondare nella crisi economica e sociale».

L’allarme riguarda in particolare la Calabria, una delle regioni che più ha beneficiato – e più ha bisogno – dei fondi strutturali europei per colmare i divari infrastrutturali, promuovere l’occupazione e sostenere la competitività del sistema produttivo.

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L’attacco al governo Meloni: «Se il governo tace, il Sud continuerà a spopolarsi»

Nel finale della sua nota, Irto lancia un monito politico: «Se Meloni e i suoi ministri continueranno a tacere, il Mezzogiorno seguiterà a spopolarsi e a perdere la speranza». Un messaggio che va oltre l’interrogazione parlamentare e chiama in causa la responsabilità collettiva della classe dirigente nazionale.

Dietro il confronto sul nuovo bilancio europeo e sulle regole che governeranno i fondi dal 2028 si gioca una partita cruciale per gli equilibri territoriali del Paese. Una partita che, per Irto, il Sud non può permettersi di perdere.

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