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23/09/2025 ore 09.49
Economia e lavoro

Franco Napoli presenta il piano strategico Confapi per la Calabria: «Siamo a un bivio: assistenzialismo o crescita»

Il documento propone misure per occupazione, natalità, turismo, burocrazia snella, scuola, sanità e valorizzazione del patrimonio culturale e naturale della regione: «Necessaria un’alleanza tra imprese e istituzioni per tirare questa regione fuori dal torpore»

di Battista Bruno
Franco Napoi, vice presidente Nazionale Confapi

Confapi Calabria lancia un appello ai candidati alla presidenza della Regione, presentando un documento strategico che punta a trasformare il territorio in un modello di sviluppo sostenibile. Dall’occupazione giovanile alla natalità, dal turismo alle infrastrutture, passando per scuola, sanità e valorizzazione delle eccellenze culturali, l’associazione delle piccole e medie imprese propone misure concrete per far crescere la Calabria senza affidarsi a politiche assistenzialiste. In merito a ciò, ecco le parole del vice presidente nazionale Confapi Franco Napoli

Dottor Napoli, perché Confapi Calabria ha deciso di presentare un documento ai candidati governatori della Regione?
«
La Calabria è a un bivio. O resta ancorata all’assistenzialismo e all’attesa di fondi che spesso non producono risultati, oppure diventa finalmente una terra che produce, investe e cresce. Con le piccole e medie imprese vogliamo proporre una strada chiara: un piano industriale regionale che unisca occupazione, sostenibilità e innovazione. Non servono più proclami, servono azioni concrete».

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Tra le proposte c’è un “Patto Nazionale per la Nascita”. Di cosa si tratta?
«Noi crediamo che il problema demografico sia il primo nodo da affrontare. Abbiamo immaginato un accordo Stato-Regioni che preveda un sostegno di mille euro al mese dal secondo figlio in poi, fino ai cinque anni d’età. È un modo per dare respiro alle famiglie, favorire la natalità, sostenere l’occupazione femminile e rafforzare la coesione sociale. Una misura strutturale, non un bonus spot».

Il turismo è una delle leve più forti per il futuro della regione. Cosa proponete?
«Un piano ambizioso: sette grandi strutture ricettive, cinque resort di lusso sulle coste e due poli montani in Sila e Aspromonte. L’obiettivo è attrarre turismo internazionale alto-spendente, collegando mare e montagna, cultura ed enogastronomia. E non parliamo solo di vacanze: puntiamo anche sul turismo congressuale, con sale meeting, wellness e servizi di qualità. È un settore che può generare occupazione qualificata e cambiare l’immagine della Calabria».

C’è anche l’idea di un polo fieristico a Cosenza…
«Sì, lo riteniamo strategico. La zona di Vagliolise è perfetta per ospitare un grande centro fieristico e un palacongressi moderno, in stretta connessione con università e imprese. Così la Calabria può diventare protagonista di eventi nazionali e internazionali, aumentando attrattività e opportunità per le aziende».

Molte imprese lamentano burocrazia e tempi infiniti. Come pensate di affrontare questo ostacolo?
«Con il progetto “Burocrazia Zero”. Uno sportello unico regionale che dia tempi certi e procedure snelle. Se un imprenditore aspetta anni per un’autorizzazione, rinuncia a investire. La Calabria deve diventare un territorio dove chi vuole fare impresa trova risposte veloci, trasparenti ed efficaci».

Avete inserito anche interventi per ambiente e risorse naturali…
«Certo. La Calabria ha un patrimonio boschivo enorme, che può essere trasformato in ricchezza attraverso la filiera del legno e l’energia da biomassa, creando occupazione nelle aree interne e riducendo il dissesto idrogeologico. Inoltre proponiamo un grande piano idrico, soprattutto nella provincia di Crotone, con invasi, reti efficienti e sistemi di depurazione. Senza acqua e senza difesa del territorio non c’è sviluppo possibile».

Scuola e sanità sono due emergenze storiche della regione. Qual è la vostra idea?
«Per la scuola serve un piano straordinario di edilizia: edifici sicuri, digitalizzati e collegati al mondo produttivo. Non possiamo parlare di futuro senza investire sull’istruzione dei giovani. Per la sanità crediamo in una sussidiarietà intelligente tra pubblico e privato: il privato accreditato può colmare vuoti territoriali, ridurre la mobilità passiva e garantire servizi di qualità a costi sostenibili».

E poi c’è la cultura.
«Che si faccia una legge sulla musica o che almeno sia revisionata la vecchissima legge sul teatro che non comprende assolutamente discipline artistiche come la musica, che non rappresenta più la fotografia del sistema culturale in Calabria. Per finanziare realmente le eccellenze culturali calabresi».

In sintesi, qual è il messaggio che volete lanciare alla politica?
«Che la Calabria non ha bisogno di assistenzialismi, ma di un’alleanza forte tra imprese e istituzioni. Solo così possiamo attrarre investimenti, creare lavoro, valorizzare il territorio e diventare un modello di sviluppo per l’Italia e per il Mediterraneo».